Consulenti in Regione, accuse e sospetti

Nel mirino il bando per 38 incarichi. Il Pd: “Vergognoso”. La replica: atto dovuto, niente aggravi

NAPOLI. È polemica per il bando della Regione Campania finalizzato alla nomina di 38 consulenti, definiti “esperti esterni in varie discipline”, che dovranno assicurare, come previsto dal bando, “assistenza tecnica specialistica”, agli uffici dell’Area 5 Ecologia, Tutela dell’Ambiente, Disinquinamento e Protezione civile. Si tratta di incarichi – ai quali possono aspirare laureati in Giurisprudenza, Economia, Ingegneria e Scienze naturali e geologiche ma non solo – remunerati con importi che vanno dai 30 ai 60mila euro, per una spesa complessiva di quattro milioni e 421mila euro.

Il governatore Stefano Caldoro e l’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, sono finiti prima nel mirino della segretaria regionale della Cisl, Lina Lucci, che ha chiesto di fare «piena luce» su un bando definito «sospetto». Poi, in quello del segretario provinciale del Pd salernitano, Nicola Landolfi. «Furtivamente, come ogni operazione che si rispetta, alla viglia di Ferragosto, la vispa Teresa Caldoro e la sua Regione del nulla, stanziano 4 milioni e mezzo di euro per sistemare un po’ di consulenti-clienti», accusa Landolfi parlando di «bando della vergogna, preparato con l’ausilio dell’assessore incompatibile da appena tre anni, Giovanni Romano... Chiediamo ai nostri parlamentari regionali una immediata azione alla Corte dei Conti».

Pronta la replica alle accuse. “La Regione Campania - si legge in una nota della Giunta regionale - nello spirito di stretto coordinamento per il raggiungimento degli obiettivi della programmazione dei Fondi strutturali, ha avviato un’intensa collaborazione con la Commissione europea e il Governo. È stato chiesto alla Regione, tra l’altro, di garantire le condizioni di capacità amministrativa e tecnica ritenute indispensabili. Condizioni assicurate, ad oggi, dal ricorso a figure professionali altamente qualificate selezionate con avvisi pubblici emanati dall’amministrazione centrale competente, a valere sulle risorse di assistenza tecnica del Programma operativo nazionale gestito dai Ministeri. Tali risorse economiche sono ora esaurite – prosegue la nota – ed essendo necessario assicurare gli stessi livelli di supporto tecnico specializzato - nessun aumento, quindi, delle professionalità utilizzate - è stato richiesto alle strutture regionali preposte all’attuazione del Por di intervenire in supplenza. La Regione ha prontamente risposto al Governo e alla Commissione europea, facendo ricorso alle medesime procedure di evidenza pubblica sulle risorse del Por Fesr finalizzate all’assistenza tecnica. Il numero delle figure professionali, cui fanno riferimento gli avvisi e l’ammontare dei compensi previsti sono identici a quelli già programmati e utilizzati ad oggi, senza ulteriore aggravio di costi per le risorse del Por Fesr della Regione”.