coinvolto l’ufficiale Scafarto 

«Consip, falsi e depistaggio» La procura chiude le indagini 

Risponde di rivelazione di segreto, falso e depistaggio l’ufficiale del Noe dei carabinieri, Gianpaolo Scafarto, già in servizio alla Compagnia di Nocera Inferiore e al vertice della tenenza di...

Risponde di rivelazione di segreto, falso e depistaggio l’ufficiale del Noe dei carabinieri, Gianpaolo Scafarto, già in servizio alla Compagnia di Nocera Inferiore e al vertice della tenenza di Scafati, passato al grado di capitano, ora destinatario dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari per l’affare Consip. L’inchiesta che ha puntato ai vertici dello Stato, fino a sfiorare il governo guidato all’epoca da Matteo Renzi, con il suo corredo di dubbi su depistaggi e favori ipotizzati, riguarda in particolare la centrale acquisti della pubblica amministrazione e i suoi appalti, portata avanti dalla Procura di Roma e coordinata dal pm Mario Palazzi, titolare del fascicolo, con il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, e l’aggiunto Paolo Ielo.
Scafarto, dopo la sospensione dall’Arma disposta dal gip su richiesta degli investigatori nel mezzo dell’inchiesta, era tornato in ruolo con i suoi gradi su disposizione della Cassazione: i giudici della Suprema Corte avevano escluso volontarietà rispetto a quanto emerso nell’inchiesta. A luglio il neopromosso maggiore ha accettato l’incarico di assessore alla legalità del Comune di Castellammare di Stabia, in quota Forza Italia.
Nel dettaglio le contestazioni relative alla sua imputazione nel caso Consip riguardavano la divulgazione di alcuni interrogatori, attribuendo erroneamente una frase all’imprenditore Alfredo Romeo, in realtà pronunciata da Italo Bocchino.
La conclusione dell’indagine Consip da parte degli inquirenti di Roma coinvolge al momento l’ex ministro dello sport, Luca Lotti, e il generale Tullio Del Sette, con la contestuale richiesta di archiviazione dal reato di traffico di influenze per Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo. Sono sotto accusa, inoltre, il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia e Filippo Vannoni, ex consigliere economico di Palazzo Chigi, mentre l’imprenditore Carlo Russo è indagato per millantato credito.
Dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, gli indagati hanno venti giorni per presentare eventuali memorie difensive o chiedere di essere ascoltati dai magistrati, prima della successiva richiesta di rinvio a giudizio.
Alfonso T. Guerritore
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