conservatorio “martucci”

«Maffia non deve dimettersi» Docenti, studenti, Rsu e senato accademico scrivono al ministro

Sono state rispedite al mittente le dimissioni presentate dal maestro Fulvio Maffia, direttore del conservatorio “Martucci” di Salerno. In una lettera indirizzata al ministro dell’Istruzione e dell’Università i docenti, il personale tecnico amministrativo, gli allievi, la Rsu, i componenti degli organi di governo, hanno praticamente sintetizzato in un documento tutti i successi raggiunti grazie alla guida del maestro Maffia e dunque a mettere in essere ogni azione utile alla salvaguardia del Conservatorio.

Le dimissioni erano arrivate alla fine di un travagliato percorso, non ultima quell’accusa di falso ideologico per la quale il direttore dovrà affrontare un processo per difendersi dall’accusa di aver dichiarato il falso per cambiare alcuni tasselli in pianta organica, rendendo disponibile un posto per una nuova figura e cassando invece un’altra casella già esistente, e occupata da una lavoratrice a part time.

«Se oggi il Conservatorio può considerarsi uno dei punti di forza nel campo della formazione musicale salernitana, si deve all’instancabile lavoro profuso in questi anni dal maestro Fulvio Maffia» commenta il presidente del “Martucci”, Catello De Martino. Gli fa eco il vice presidente Franco Lanocita che, avendo ricoperto per sei anni il ruolo di presidente, chiede al ministro Giannini di rigettare le dimissioni, sottolineandone lo zelo di Maffia che così «ha ancora una volta dimostrato con quanta passione e correttezza ha lavorato per la crescita del “Martucci”. Ogni sua azione è stata sempre improntata al rispetto delle leggi per gli studenti e quanti lavorano per la crescita del Conservatorio stesso, dai docenti al personale».

Tra i traguardi raggiunti da Maffia e citati nella richiesta di respingere le sue dimissioni: gli eventi aperti alla città e la ristrutturazione della sede di via De Renzi. Ma Lanocita dice di più: «Al di là delle favole fatte circolare da ambienti estranei ed addirittura ostili al rinascimento del Conservatorio, nessuna manipolazione è stata effettuata, né delle leggi, né dei regolamenti, tantomeno degli atti».

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