Consegnate 19 case agli alluvionati

Ieri la cerimonia a Sarno, polemiche per i ritardi nella realizzazione dei lavori

SARNO. Gli alluvionati hanno le case, ma resta ancora strada da fare. Ieri mattina i 19 alloggi del Lotto 11 sono stati consegnati agli aventi diritto con una cerimonia sotto l’androne dei nuovi fabbricati in via Pedagnali. Dietro un lungo tavolo si sono seduti tutti i soggetti coinvolti nella ricostruzione: il responsabile dell’Arcadis, Flavio Cioffi, il sindaco Amilcare Mancusi, l’assessore regionale ai lavori pubblici, Edoardo Cosenza e altre autorità locali. Tutto è avvenuto sotto un cielo plumbeo e in una città che ha faticato a smaltire i postumi dell’ultima grande pioggia, quasi a voler riprodurre il clima di quel tragico 5 maggio in cui le persone che hanno ricevuto le chiavi persero cose e affetti.

Ci sono voluti 14 anni e tante sfuriate per veder riaffermare il diritto alla casa di questi sfortunati che hanno atteso con pazienza la lentezza di una burocrazia ancora alle prese con tante vicende da completare per dichiarare chiusa la fase post frana. E questa considerazione non ha fatto mancare qualche momento di tensione e polemica. Roberto Robustelli: «Sono contento, ma dopo tanti anni non dobbiamo ringraziare nessuno. L’Arcadis vive grazie alle nostre disgrazie e deve capire che i suoi tempi sono farraginosi e resta ancora tanto da fare. Altro che inutili passerelle. Di questo passo, l’emergenza Sarno non sarà mai chiusa».

Uno a uno, poi, hanno sfilato davanti al tavolo drappato per mettere la firma sull’atto di assegnazione e ricevere uno scatolo con tutte le chiavi degli appartamenti e delle relative pertinenze. Quel segno di penna, però, non ha sconfitto ancora la burocrazia perché resta da definire la questione dell’intestazione delle particelle e degli espropri dei suoli sottostanti e, così, non possono ancora dirsi proprietari dei beni. L’impegno dell’Arcadis è di chiudere tutto entro il prossimo marzo, ma intanto gli aventi diritti potranno trasferirsi. C’è ancora la corrente del cantiere, ma, nel giro di pochi giorni, dovrebbe essere anche risolto il problema dell’energia elettrica e degli ulteriori allacci demandati anche ai singoli.

«Per queste abitazioni – ha spiegato Cioffi - non era stato possibile procedere alla ricostruzione nella stessa area degli edifici distrutti perché in contrasto con le norme di salvaguardia del territorio. Pertanto, abbiamo ricostruito in un unico comparto gli alloggi e dato impulso ai lavori che avevano subito battute d’arresto. Ci scusiamo per questo e ci adopereremo per evitare che gli oneri di urbanizzazione ricadano sui destinatari».

Gaetano Ferrentino

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