BRACIGLIANO

Confessore: «Partecipai al raid»

Bomba al Comune, il netturbino ammette il proprio coinvolgimento

BRACIGLIANO. Luigi Confessore, il netturbino arrestato nella primavera del 2012 insieme ad altre due persone per la bomba esplosa davanti al Comune di Bracigliano, ha ammesso in aula la partecipazione all’attentato. È la novità più rilevante emersa durante il processo in Corte di Appello a carico dei “bombaroli” che, nel marzo di quattro anni fa, fecero saltare in aria il portone d’ingresso del Municipio utilizzando la dinamite. Confessore, accusato tra l’altro di tentata tentata estorsione all’ex sindaco Ferdinando Albano, ha anche confermato il movente del raid, finalizzato a ottenere denaro e lavori. Condannato in primo grado a cinque anni e 10 mesi, il netturbino aveva finora sempre respinto le accuse dichiarandosi estraneo alla vicenda. Insieme a lui, affronta il giudizio di appello anche Pasquale Russo, esecutore materiale dell’attentato, arrestato poco dopo il raid e condannato in primo grado a 3 anni (già scontati) per aver collocato la bomba e a un anno e otto mesi per tentata estorsione. Coinvolto nella vicenda anche Ciro Di Pinto, un loro complice di Somma Vesuviana, a giudizio però in altro procedimento.

Confessore, detto “’o tre quart”, Russo e Di Pinto furono raggiunti dai provvedimenti restrittivi – chiesti dal pm Valleverdina Cassaniello ed emessi dal gip Renata Sessa – il 28 maggio 2012 con le accuse, a vario titolo, di tentate estorsioni, detenzione e porto di ordigno dinamitardo, danneggiamento di edificio pubblico, falso materiale e ideologico: tutti reati aggravati dal metodo mafioso.