Condoni edilizi, 10mila pratiche inevase

Cinque dipendenti smaltiscono un solo caso al giorno e con questo ritmo ci vorranno anni. Il Comune perde anche soldi

Le richieste di condono edilizio al Comune di Salerno ingialliscono sulle scrivanie. Sono infatti 10mila le pratiche ancora aperte e i tempi per il disbrigo di tutto l’arretrato si preannunciano biblici. Infatti, l’ufficio preposto, dove lavorano cinque dipendenti, riesce a chiudere ogni anno solo 350 pratiche, vale a dire poco più di una al giorno. Con questa media diventa un’impresa davvero impossibile riuscire a smaltire tutto il lavoro. E la conseguenza di questo ritardo ha anche notevoli effetti sulle casse del Comune. In questo modo si perdono migliaia di euro che potrebbero essere invece usati dall’amministrazione per la spesa corrente. Tutto questo è stato argomento della commissione urbanistica presieduta da Domenico Galdi. «Le diecimila pratiche non ancora chiuse – ha spiegato il presidente – riguardano per la maggior parte piccoli condoni. A bloccare l’iter in alcuni casi è la mancanza di tutta la documentazione necessaria, ovvero alcuni per negligenza non hanno integrato le pratiche come richiesto. Ma per la maggior parte dei casi molto dipende dal fatto che non risultano sufficienti cinque unità per smaltire tutto».

Insomma, i dipendenti non riescono a farcela da soli e in questo modo nascono questi enormi ritardi. «Abbiamo votato all’unanimità – ha continuato Galdi – la proposta di integrare il numero dei tecnici presenti nell’ufficio. Poiché sappiamo che non è possibile fare nuove assunzioni, basterebbe adottare forme di mobilità interna spostando qualche impiegato da un altro ufficio». In ogni caso, visto il ritmo di lavoro i tempi sarebbero comunque molto lunghi a meno che non si realizzi una vera e propria task-force. Ma c’è anche un altro problema che potrebbe spiegare lo scarno risultato annuale. «Fino all’anno scorso – ha detto infatti Galdi – il personale era incentivato con gli straordinari. Ora questo incentivo è stato eliminato. Per questo motivo, il consigliere Di Carlo ha proposto di ripristinare lo straordinario e noi abbiamo votato all’unanimità questa richiesta».

Un’idea in netta controtendenza con il lavoro che sta svolgendo in questi mesi l’amministrazione, che punta a eliminare tutto il superfluo per rispondere anche ai rilievi della Corte dei Conti. Una decisione che da tempo è oggetto di scontro con i sindacati. «Nei nostri incontri con l’amministrazione – ha detto infatti Angelo De Angelis – avevamo proposto un progetto, previsto anche dalla normativa vigente, che era quello di dar vita ad otto gruppi di lavoro composti da cinque persone che lavorassero su tutte le pratiche inevase, stabilendo anche un limite massimo di otto mesi. Tuttavia non abbiamo ricevuto risposte ed anzi rispetto agli anni scorsi l’organico oggi è addirittura ridotto».

C’è poi anche un altro problema che spiegherebbe la lentezza degli impiegati a chiudere una pratica. «I cinque dipendenti non si occupano solo del condono edilizio – spiega De Angelis – ma spesso devono svolgere anche altri compiti del settore dell’urbanistica. Ecco perché diciamo da tempo che c’è bisogno di una completa riorganizzazione dei servizi. L’amministrazione però nel caso specifico non è interessata a risolvere il problema perché sempre più spesso sta affidando il disbrigo di queste pratiche ad uno studio tecnico esterno. Si punta ancora una volta ad esternalizzare nonostante qui ci siano le professionalità richieste con la conseguenza di aumentare le spese. L’ennesimo spreco».

Angela Caso

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