IL FATTO

Condannato il maresciallo guardone: spiava due colleghe salernitane

In caserma posizionò alcune telecamere nello spogliatoio e rubò dai loro alloggi indumenti intimi

OLIVETO CITRA - Ci sono anche due soldatesse salernitane tra le vittime del maresciallo “guardone” dell’Esercito, Mauro Ronchiadin, che giovedì mattina dinanzi ai giudici del Tribunale di Udine ha patteggiato a 1 anno e 10 mesi di reclusione con il beneficio della sospensione della pena. Il 53enne militare, di Udine, è stato condannato perché spiava con una microcamera le sue colleghe negli spogliatoi e per aver rubato alle stesse biancheria intima. Tra le 23 soldatesse spiate dal militare friulano, infatti, ci sono anche una soldatessa della Valle del Sele e un’altra della Valle Metelliana. Le due donne, difese dal penalista Antonio Mondelli, erano finite nel mirino del militare che aveva un debole particolare per le sue colleghe tanto da spingerlo a spiarle con delle microcamere nascoste negli spogliatoi riservati al personale militare femminile. Addirittura, in alcuni casi, il 53enne si è introdotto perfino negli alloggi delle sue colleghe, a loro insaputa, rubando dei capi di biancheria intima. «Finisce un incubo per queste soldatesse, tra le quali le mie assistite, - precisa l’avvocato Mondelli - che, improvvisamente, hanno scoperto di essere spiate dal maresciallo. Sono state proprio loro ad insospettirsi del comportamento del loro collega, facendo partire la macchina investigativa. Nessuna, infatti, poteva mai immaginare di essere spiata con delle microcamere da un collega e che quest’ultimo potesse arrivare addirittura a rubare della biancheria intima». La vicenda, stando alla ricostruzione degli uomini della sezione di Polizia Giudiziaria di Udine, risale ad alcuni anni fa, per poi andare avanti fino al novembre del 2015.

Antonio Vuolo

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