Condanna per l’incendio a Montesano Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione nei giorni scorsi ha depositato le motivazioni della sentenza, 10 pagine, che conferma la condanna ad 8 anni di reclusione per Biagio Maceri, il titolare del materassificio...

La Corte di Cassazione nei giorni scorsi ha depositato le motivazioni della sentenza, 10 pagine, che conferma la condanna ad 8 anni di reclusione per Biagio Maceri, il titolare del materassificio Bimaltex dove il 5 luglio del 2006, in seguito ad un incendio persero la vita due operaie: la quindicenne di Casalbuono, Giovanna Curcio e la quarantanovenne di Padula, Annamaria Mercadante. La difesa del titolare del materassificio aveva fatto ricorso in Cassazione per 4 motivi: i giudici di Appello avevano omesso di rilevare la nullità del provvedimento assunto in primo grado dal tribunale di Sala Consilina che non aveva accolto la richiesta della difesa per consentire la presenza del consulente tecnico dell’imputato all’escussione del consulenti tecnici del pm; l’acquisizione tardiva tra i reperti di una multipresa elettrica il cui malfunzionamento, secondo la difesa, poteva essere una delle cause dell’innesco dell’incendio; il mancato superamento da parte della corte della soglia del ragionevole dubbio sull’effettiva responsabilità di Maceri; l’ingiustificata esclusione della possibilità che a causare l’incendio potrebbe essere stato un mozzicone di una sigaretta fumata da una dipendente ed infine il quarto motivo sarebbe l’eccessiva severità nel trattamento sanzionatorio. Nessuno dei motivi è stato ritenuto valido dalla Cassazione per rimettere in discussione la sentenza, in quanto la multipresa era un reperto carbonizzato e inidoneo a fornire informazioni sulle cause dell’incendio che non poteva essere stato causato da un mozzicone di sigaretta, ma in base alle perizie dal malfunzionamento di una macchina. La severità della pena invece è giustificata «dalla grave noncuranza - scrivono i giudici - manifestata dall’imputato per la vita delle proprie dipendenti». (e. c.)