Concussione, carabiniere finisce davanti al giudice

Avrebbe chiesto e accettato regali durante l’indagine dall’avvocato Guerritore Il legale, invece, è stato assolto dall’accusa di avere calunniato il militare

Da parte offesa a imputato il maresciallo dei carabinieri Roberto Revellino affronterà il processo con l’accusa di concussione, col proscioglimento dell’avvocato Raffaele Guerritore. La vicenda giudiziaria collegata alla maxi inchiesta sulle frodi assicurative attesa dal giudizio immediato diventa un processo, capovolgendo l’iniziale accusa di calunnia per il legale, che aveva denunciato richieste di favori e regali fatti e ottenuti dal militare impegnato in un’indagine che lo riguardava.

Tutto comincia nel 2010 quando i carabinieri, e in particolare Revellino, eseguono l’accertamento nello studio del legale. La perquisizione ha esito positivo, con materiale probatorio destinato a confluire nel procedimento che mette al centro di un sistema truffaldino lo studio dell’avvocato, insieme ai suoi collaboratori, tra falsi incidenti, testimoni ad hoc, certificati posticci e maxi risarcimenti.

Dopo poco da quell’accertamento l’avvocato denuncia il militare, incolpandolo per avergli chiesto regali in cambio di aggiustamenti nell’indagine. Quella mossa gli vale l’accusa di calunnia che procede contro di lui ritenendo infondata la sua versione. Il rovesciamento delle parti avviene dopo un approfondimento investigativo ordinato dal gup. In discussione ci sono due abbonamenti della Nocerina, di cui Guerritore era dirigente, un orologio da polso in acciaio, il pagamento delle spese di un soggiorno per due famiglie in una struttura a Castiglione di Ravello, l’interessamento per trovare lavoro alla moglie del militare e per far sostenere un provino ad un giovane calciatore presso la Nocerina, oltre a ceste di generi alimentari in regalo. Il fascicolo accumulato dal gup Scermino comprende tabulati telefonici, verbali di sommarie informazioni, incroci di dati sugli orari di lavoro e sulle ferie del carabiniere, svolti per accertare il soggiorno del militare in Costiera con interrogatori di alcuni operatori turistici.

Quei regali arrivarono in cambio di promesse e favori: il gup ha riunito i due fascicoli portati avanti su binari paralleli, concretizzando una linea opposta rispetto a quella iniziale, con l’avvocato scagionato dall’accusa di aver calunniato l’investigatore sulla base della comprovata sussistenza di quei benefici.

L’indagine comprese anche l’acquisizione delle dichiarazioni del factotum impiegato all’interno dello studio legale Guerritore, Massimo Petrosino, sentito sull’esistenza di un piano calunniatorio predisposto per screditare l’indagine, quella sulle truffe, con le attività svolte dal maresciallo negli anni 2009 e 2010. L’intreccio su quel sistema ha coinvolto undici persone.

Alfonso T. Guerritore

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