Sinergia tra Università, agricoltori e comune

Concimata con il compost, arriva la patata “riciclella”

Forse non tutti sanno che la Campania, con 297.500 tonnellate annue, è la regione con la maggiore produzione di patate in Italia. Contenere i costi, per essere competitivi con i colleghi del...

Forse non tutti sanno che la Campania, con 297.500 tonnellate annue, è la regione con la maggiore produzione di patate in Italia. Contenere i costi, per essere competitivi con i colleghi del Mediterraneo e del Nord Europa, è diventata un’esigenza dei produttori, in Campania e nel resto del Paese. Nasce da qui, ma anche dall’esigenza di ridurre l’uso della chimica in agricoltura, la sperimentazione del compost (cioè del concime prodotto dalla frazione organica dei rifiuti urbani) nella coltivazione delle patate. Per iniziativa della Cia di Salerno (Confederazione italiana agricoltori) da circa tre anni, in un’azienda agricola di Capaccio si sta utilizzando il compost. Il progetto, finanziato dal Ministero dell’agricoltura, viene seguito dal Dipartimento di chimica dell’Università di Salerno. I dati sono stati presentati ieri sera dal professore Stefano Castiglione nel corso di uno specifico seminario a Palazzo di Città, che ha visto la partecipazione di organizzazioni di produttori, locali e nazionali, di rappresentanti di industrie di trasformazione (a proposito, in Campania non ce ne sono), del mondo della cooperazione, di Legambiente e della Federconsumatori. Rigorosi test scientifici (è stato studiato il Dna dei tuberi e delle foglie di diverse varietà) hanno dimostrato che non c’è differenza di gusto tra patate concimate con il compost o con minerali; che l’uso del compost comporta un maggiore accumulo di potassio nelle patate; e, soprattutto, che il compost migliora la struttura chimico fisica dei terreni, incrementa la sostanza organica, influenza positivamente i micro organismi, riduce i consumi di acqua. A questa patata, concimata con il compost, è stato dato il nome di “riciclella”. La novità, e questo spiega il motivo per cui il seminario si è svolto a Palazzo di Città, è che ora sarà possibile utilizzare il compost di qualità prodotto dall’impianto del Comune di Salerno. Gli agricoltori salernitani, dunque, non dovranno più approvvigionarsi da altre regioni, il compost ce l’hanno in casa e per giunta messo a disposizione gratuitamente, in questa prima fase, dal Comune di Salerno per ristorarli dai danni di immagine ingiustamente subiti a causa dell’emergenza rifiuti in Campania. La filiera virtuosa, dunque, si chiude: il compost di qualità prodotto a Salerno sarà utilizzato per rigenerare i campi. La “riciclella” diventerà un esempio di buona pratica a livello nazionale.©RIPRODUZIONE RISERVATA