Con “Striscia” a Stoccolma contro il made in Italy tarocco

Con l'inviato di Striscia la Notizia Gimmy Ghione, tre imprenditori salernitani hanno inscenato una curiosa protesta dinanzi al Parlamento svedese.

Sono partiti per manifestare contro il Made in Italy 'tarocco' tre giovani imprenditori agricoli salernitani che, con l'inviato di Striscia la Notizia Gimmy Ghione, hanno inscenato una curiosa protesta dinanzi al Parlamento svedese. Ghione si è fatto portavoce della protesta di Coldiretti scovando in Svezia la fabbrica che vende kit per la preparazione di vino con le polveri e che promette in pochi giorni di ottenere i vini italiani più prestigiosi. E così, accompagnato dai salernitani Riccardo D'Alessio del caseificio Rivabianca, Nicola Palmieri dell'azienda agricola Tenute Vannulo e Vittorio Sangiorgio, imprenditore florovivaistico dell'azienda "Modestina" e presidente dei Giovani Coldiretti, è volato a Stoccolma in difesa del Made in Italy. Lì, con altre delegazioni di Giovani imprenditori italiani, Striscia la Notizia ha inscenato una pacifica protesta dinanzi al, per "esportare" l'autentico Made in Italy e far capire ai politici svedesi la filosofia Coldiretti della filiera tutta italiana. Il servizio andrà in onda su Canale 5 nei prossimi giorni. "A Stoccolma - ha spiegato Vittorio Sangiorgio - abbiamo riaffermato la necessità di tutelare le produzioni tipiche italiane, per fare fronte a quello che è il vero e proprio scandalo della contraffazione agroalimentare. In Svezia è stata scoperta una fabbrica che produce e distribuisce in tutta Europa, e del tutto indisturbata, oltre 140mila wine-kit all'anno dai quali si ottengono 4,2 milioni di bottiglie. Il tutto a scapito delle produzioni di qualità italiane per le quali vengono addirittura taroccate le etichette". "Il problema non riguarda purtroppo solo il vino - racconta Sangiorgio - ma anche olio, salumi e formaggi che mezzo mondo ci copia e che costano posti di lavoro e miliardi di euro persi al comparto agricolo italiano". "Dai dati Coldiretti - fa eco il direttore provinciale Salvatore Loffreda - il fatturato del falso Made in Italy nell'agroalimentare ha superato i 60 miliardi di euro. Oltre alle perdite economiche ed occupazionali si somma il danno provocato all'immagine dei prodotti nostrani soprattutto nei mercati emergenti dove spesso il falso e' più diffuso del vero e condiziona quindi negativamente le aspettative dei consumatori. La presenza a Stoccolma di tre imprenditori salernitani dimostra come la provincia di Salerno sia in grado di esprimere realtà di eccellenza nella produzione agroalimentare a tutela del made in Italy e della filiera tutta italiana".