«Con il nuovo Puc c’è il rischio concreto di cementificazione»

L’allarme a Mercato San Severino degli “Amici della Terra” «Indispensabile un Consiglio per discutere delle modifiche»

MERCATO SAN SEVERINO. Gli “Amici della Terra” di nuovo in campo per sostenere la battaglia contro il rischio di una cementificazione selvaggia che potrebbe verificarsi a Mercato San Severino se l’attuale Puc dovesse essere approvato senza interventi di modifica allo stesso. Per questo motivo, i membri dell’associazione che si pone come obiettivo primario quello della tutela ambientale e territoriale, hanno chiesto ancora una volta all’amministrazione comunale guidata dal sindaco, Giovanni Romano, un consiglio comunale monotematico per discutere delle modifiche ritenute necessarie da apportare al Piano.

Per il sodalizio presieduto da Gerardo Fenza, risulta essere limitativa la proposta di rateizzazione degli importi relativi all’Imu agricola dall’anno 2010 al 2015, avanzata dall’assessore al ramo, Antonio Del Regno, dopo che l’ente, nei mesi scorsi, ha inviato ingiunzioni di pagamento dell’Ici riguardante gli anni 2010 e 2011. «Le pretese tributarie dell’ente – dicono in una nota gli “Amici della Terra” - si stanno ripercuotendo solo a carico e contro una determinata fascia - quella debole - di cittadini sanseverinesi, vale a dire i proprietari di terreni agricoli (dal 2010 inseriti in ipotetiche e virtuali previsioni di trasformazione edilizia) che erano già stremati dalla crisi economica del settore agricolo e che ora sono presi di mira anche da ingiunzioni ed accertamenti Ici e Imu con richiesta di arretrati a partire dal 2010 e con pesanti sanzioni tributarie ed interessi moratori. È evidente – continua la nota dell’associazione - la distorsione che si è prodotta laddove un terreno che prima dell’adozione del Puc rendeva circa 300-400 euro all’anno (vedi canone di affitto), a partire dall’adozione del Piano venga tassato con richieste dell’ordine di 2-3 mila euro all’anno».

Secondo gli “Amici della Terra”, l’applicazione di questa imposta patrimoniale andrebbe in contrasto con gli articoli 42 e 53 della Costituzione, slegata dalla redditività effettiva del bene tassato. «In questo meccanismo perverso – conclude la nota - abbiamo più volte evidenziato le nostre forti preoccupazioni rispetto ad ipotesi estreme in cui il soggetto passivo dell’imposta sia costretto, a cagione della propria incapacità economica di far fronte al pagamento delle esose tasse sul bene, a spogliarsi del proprio terreno accettandone la svendita a prezzo stracciato, oppure ricercando mutuanti privati pronti ad accaparrarselo e in definitiva a prendere atto di non essere più in grado di mantenerlo».

Nei prossimi giorni, gli associati continueranno la loro battaglia mediante altri incontri con la cittadinanza.

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