Comunicazione sui rifiuti Comune bocciato da Unisa 

Sul sito istituzionale dell’Ente solo poche pagine con indirizzi e titoli di interventi Le difficoltà per i cittadini: manca il modello unico di dichiarazione ambientale

“A far la differenza siamo unici” recita lo slogan di Salerno Pulita con i due loghi, quello istituzionale e l’altro griffato Vignelli, del Comune di Salerno. Eppure «l’unico dubbio sull’idoneità di questa società rispetto alle obbligatorie procedure di trasparenza amministrativa, prescritte dal decreto legislativo 97/2016, risiede nella completa assenza di qualsivoglia informazione (ad oggi) all’interno della sottosezione “Informazioni ambientali” della sezione “Amministrazione trasparente” del sito web».
Così l’ultima relazione stilata da “Diritto di accesso civico”, progetto nato da un laboratorio della cattedra di “Comunicazione pubblica e linguaggi istituzionali” della professoressa Daniela Vellutino, docente in “Comunicazione d’impresa e comunicazione pubblica” dell’Università di Salerno. L’esperienza ha portato alla nascita dell’Osservatorio per la comunicazione e l’informazione nella Pubblica amministrazione (Ocipa), che oggi presenterà presso l’ateneo il primo “Rapporto sul monitoraggio civico della gestione dei dati sui rifiuti dei Comuni” (Salerno incluso).
Cosa manca a Salerno. Il monitoraggio condotto sul Comune di Salerno e la società Salerno Pulita – che ha in gestione gran parte del servizio di smaltimento dei rifiuti urbani e dello spazzamento delle strade - ha evidenziato che, almeno dal 2015, l’intero apparato pubblico pecca di competenza nella comunicazione pubblica. Nel 2017, il laboratorio Diritto di accesso civico già evidenziava «la quasi totale assenza di riferimenti rispetto agli anni di riferimento dello studio (2015-2017) sul sito web del Comune, considerando l’esistenza di un solo ed unico documento pubblicato dal webmaster». Il documento in questione dovrebbe riportare tutta la situazione ambientale di Salerno (acqua, suolo, aria, rifiuti) ma è composto solo di 5 pagine, di cui 2 con elenchi di indirizzi e titoli di interventi, altre 2 di soli titoli di provvedimenti tecnici approvati o emessi. Si comprende da sé la difficoltà di chiarezza e utilità per un cittadino. E sempre per quanto riguarda il Comune di Salerno si legge ancora che«anche l’assenza dal web del Mud, Modello unico di dichiarazione ambientale, conferma il grande deficit comunicativo/informativo delle istituzioni; il Comune palesa i recapiti Pec per il diritto di accesso civico, dimenticando di rendere aperti i dati».
La differenziata. Ma a cosa serve una buona comunicazione Secondo il gruppo di studio dell’Università di Salerno «un deciso investimento in sito web e comunicazione dovrebbe essere il primo passo verso la creazione di identità cittadine più consapevoli del proprio diritto alla partecipazione. La figura del comunicatore pubblico diventa fondamentale nei processi di co-decisione e di cittadinanza attiva». Una professionalità che a Salerno oggi manca. «Non esiste più comunicazione pubblica sui rifiuti, i 43 studenti coinvolti nell’Osservatorio hanno dovuto estrapolare dati grezzi da documenti amministrativi non accessibili pubblicamente», commenta la professoressa Vellutino. La stessa specifica che «anche se tali documenti fossero pubblici nessun cittadino sarebbe in grado di consultarli, c’è la totale assenza di quella sana attività chiamata “servizio di interpretazione dati”, che assicurerebbe un monitoraggio civico e sociale».
Questo avrebbe conseguenze anche sulla stessa raccolta. L’osservatorio sottolinea che la raccolta differenziata è calata dal 2011 di oltre 7 punti percentuali passando dal 68,89% al 61,99% del 2016.Di contro il costo totale della Tari è aumentato del 29,51%. «Questo succede anche per la mancanza di investimenti in “comunicazione formativa”, per intenderci opuscoli, centralini, pagine internet dedicate alla differenziata, quella comunicazione che ad esempio dovrebbe spiegare che le bottiglie di plastica non vanno accartocciate ma solo schiacciate orizzontalmente». Specifica la Vellutino, che spiega come da una buona o cattiva comunicazione derivi la qualità della raccolta differenziata, che a sua volta può diventare enorme fonte di business o di enormi ulteriori costi sulle spalle dei cittadini.
Marco Giordano
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