Comunali in bilico Il Centro dati rischia di restare sguarnito

Sette dei nove dipendenti da licenziare lavorano al Ced Elezioni alle porte: a Palazzo di città si cerca una soluzione

I licenziamenti potrebbero partire dal 31 maggio. Se così fosse, il Ced del Comune, che si occupa di sistemi informativi, resterebbe con tre unità, mettendo seriamente a rischio la gestione dei dati nel periodo più caldo delle elezioni. «Dei nove dipendenti che rischiano di essere mandati a casa per effetto della sentenza della Corte Costituzionale che ha ritenuto illegittime le loro procedure di assunzione, sette lavorano al Ced, su un organico complessivo di dieci unità. A questo punto è lecito chiedersi come si pensa di gestire l’imponente flusso di dati elettorali», si chiede Gerardo Bracciante della Uil. L’amministrazione sta già verificando se in altri settori vi siano figure professionali formate anche sull’analisi e il trattamento dei dati; se non dovessero esserci, le ipotesi sono due: o proprogare i termini del licenziamento e posticiparlo al periodo seguente alla chiamata alle urne, oppure affidare l’incarico a una società esterna. L’obiettivo è quello di garantire il perfetto funzionamento della macchina in un momento così delicato. Ecco perché, se i tempi legislativi lo consentiranno, si tenderà a non mandare via prima delle elezioni personale competente che lavora per Palazzo di Città dalla fine degli anni Novanta. L’unica certezza è che i licenziamenti sono molto più che un rischio: «Che le lettere partano il 31 maggio o il 6 giugno, fa una bella differenza per il Comune, che potrebbe evitare una brutta gatta da pelare, ma di certo non la fa per i lavoratori e per le loro famiglie, costrette a pagare un prezzo altissimo per un errore che è stato commesso da altri e del quale adesso tutti se ne lavano le mani – tuona Angelo De Angelis della Cgil – Vero è che c’è una sentenza, e che i lavoratori hanno ancora la possibilità di adire le vie legali, ma da un punto di vista morale è allucinante che uomini e donne che hanno lavorato per questo Ente per così tanti anni e con grande professionalità, siano costretti ad andare via». Ai nove comunali non resta che rivolgersi al giudice del lavoro e sperare in un accoglimento delle loro istanze. Del loro caso si discuterà oggi nel corso di una assemblea sindacale convocata per definire i termini dello sciopero regionale del 25 indetto per rivendicare lo sblocco dei contratti, quello delle assunzioni e la conseguente necessità di rimodulazione degli organici. «Siamo stanchi di questa palude», ha commentato De Angelis.

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