«Compostaggio, la proroga viola la legge»

I rilievi degli ispettori dell’Autorità anticorruzione sui quattro anni in più concessi al gestore

In attesa di conoscere le controdeduzioni che il Comune di Salerno presenterà all’Autorità nazionale anticorruzione in merito alla questione relativa alla gestione dell’impianto di compostaggio, continuano a tenere banco le osservazioni mosse dagli ispettori dell’Autorità. In particolare, nella loro relazione un intero paragrafo viene dedicato al secondo bando di gara quello, per chiarire, che venne approvato con determina dirigenziale numero 4740 del 24 dicembre 2013 e poi rimodulato con la previsione di una serie di opere aggiuntive da dover inserire all’interno della struttura. Gli ispettori partono da un dato, quello relativo al costo della gestione del servizio che viene valutato dal Comune di Salerno in 3 milioni di euro all’anno (Iva esclusa) e concludono che tale somma è eccessiva.

Perché? «Occorre precisare – scrivono gli ispettori – che il costo annuale nel corso della gestione provvisoria (assumendo a riferimento l’anno 2013) è stato pari a 954.545,45 euro (Iva esclusa) a cui si sono aggiunti i seguenti ulteriori oneri, sempre Iva esclusa: 950.708,23 euro smaltimento sovvalli, 235.619,94 euro smaltimento percolato, 60.227,60 euro vaglio mobile. Il costo complessivo sostenuto nell’anno 2013 è stato, quindi, pari a 2.201.101,22 euro». Quindi, gli ispettori notano che c’è un incremento di circa 798mila euro. «Tale maggior onere – continuano – se riferito ai cinque anni di durata minima del contratto è pari a 3.994.493,9 euro; in caso di proroga dell’affidamento prevista dal capitolato fino a nove anni, l’importo si incrementerebbe fino a 7.190.089,02 euro».

Ma c’è di più, assumendo questi costi nel bando di gara, per gli ispettori, significa che «non è stata tenuta in considerazione la possibilità di razionalizzazione e ottimizzazione» del processo e soprattutto, significa «che gli oneri di gestione sono stati calcolati ipotizzando durante tutta la nuova gestione il permanere dell’attuale situazione determinata dalla scarsa qualità della Forsu in entrata e conseguente mediocre funzionalità dell’impianto».

Invece, migliorando la qualità del rifiuto in entrata, per gli ispettori si sarebbero ridotti i costi di trattamento e aumentati gli introiti derivanti dalla cogenerazione del biogas, al punto da poter prevedere un costo di gestione annuo di poco superiore al milione di euro. Altro punto dolente di questo secondo bando di gara è quello relativo alla possibilità di proroga dell’affidamento per altri quattro anni, oltre ai cinque iniziali previsti nel contratto. Per l’Anac, tale previsione è «in contrasto con la normativa vigente» in quanto non è vincolata «al tempo necessario all’indizione di una nuova procedura di gara o a particolare e dimostrati motivi di necessità ed urgenza».

Queste osservazioni, insieme alle altre già rese note nei giorni scorsi, hanno convinto l’Anac a informare la Procura della Repubblica nonché la Procura della Corte dei conti per quanto di sua competenza.

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