Commercio strozzato da pizzo e usura

L’allarme dell’associazione Alilacco: raccolte 63 denunce, la maggior parte arriva da negozianti in difficoltà

Salerno non è immune dal fenomeno dell’estorsione e a dimostrarlo ci sono i dati di coloro che, negli ultimi tre anni, si sono rivolti allo sportello antiracket e antiusura attivato dall’associazione Alilacco. Sessantré gli utenti che hanno avuto il coraggio di farsi avanti e in cinque casi si è riusciti ad arrivare all’apertura di un processo. La maggior parte delle vittime sono uomini proprietari o gestori di un negozio con un’età compresa tra i quaranta e i cinquant’anni.

Questi ed altri dati sono stati forniti ieri mattina nel corso della conferenza stampa di presentazione della campagna “Io non pago il pizzo” promossa da Alilacco, con il contributo di Comune di Salerno e Regione Campania. Nello specifico allo sportello dell’associazione si sono rivolti 57 uomini e 6 donne. Otto di loro avevano un’età superiore ai sessant’anni e sette, invece, meno di trenta. Molti di loro, per la precisione 45, svolgevano la professione di commercianti. Diciotto, invece, gli artigiani e quindici gli imprenditori. Ma c’è stato anche il caso di un impiegato di un ente pubblico. Ma per quale motivo si sono rivolti a questa associazione? Principalmente per ricevere delle informazioni o dei chiarimenti bancari. Alcuni hanno denunciato una condizione di sovraindebitamento e quattordici di trovarsi in mano agli usurai. Sei, invece, le persone che hanno avuto il coraggio di ammettere di essere vittime di estorsione. Alla fine l’attività dello sportello si è concretizzata, oltre che nei cinque processi, in tredici denunce e diciotto casi di tutoraggio. Forse può sembrare poco, ma non è così se si tiene conto delle particolari condizioni socio-culturali della nostra città. «Spesso si rinuncia a denunciare presso i sindacati o le associazioni di categoria perché si ha paura di essere tacciati dagli altri come falliti», spiega Amleto Frosi presidente di Alilacco. La speranza è che, attraverso questa nuova sinergia, si riescano a smuovere un maggior numero di coscienze.

La campagna “Io non pago il pizzo”, infatti, prevede numerose azioni. Azioni che, come ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali, Nino Savastano, prenderanno il via subito dopo Pasqua. Sono previste attività di formazione e informazione all’interno delle scuole, rivolte sia agli insegnanti che agli alunni. Ci sarà un’azione di sensibilizzazione degli operatori economici attraverso la distribuzione di un kit informativo contenente un vademecum con le regole per non cadere nella trappola di estorsori e usurai, leggi di riferimento in aiuto agli imprenditori che denunciano e un logo da esporre sulle vetrine dei negozi dalla scritta “Io non pago il pizzo e denuncio chi me lo chiede”. E naturalmente ci sarà lo sportello attivo presso il segretariato sociale del Comune, a via La Carnale a Torrione, a cui si potrà telefonare attraverso il numero verde 800406600.

A tenere a battesimo questo nuovo progetto, ieri mattina, anche il Commissario regionale antiracket Franco Malvano. «In provincia di Salerno – ha detto – ho riscontrato una maggiore sensibilità verso questo tema rispetto agli altri territori della Campania. Basti pensare che qui sono stati presentati tredici progetti da 42 Comuni, quindi c’è stato anche un lavoro in sinergia, mentre a Napoli i progetti presentati sono dodici e a Caserta soltanto due. Purtroppo se non c’è la buona politica che investe in questo ambito non usciremo dal tunnel. C’è però anche da dire che esiste una differenza sostanziale tra il territorio casertano e quello salernitano. Qui è più facile denunciare, lì le associazioni criminali hanno un’incidenza di gran lunga superiore».

L’ex questore Malvano non ha nascosto la necessità di un maggiore impegno da parte di tutte le Istituzioni. «Non basta lo sforzo di magistratura e forze dell’ordine – ha commentato – Nelle campagne elettorali si parla sempre di sicurezza, ma poi diventa un argomento che sfugge dalle mani dei politici».

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