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Combustione delle ecoballe: l’allarme dei medici

Relazione dell’Isde sui rischi per la salute se sono bruciate nei cementifici: «Vengono emessi metalli pesanti tossici»

SALERNO. «Un danno gravissimo per l’ambiente e la salute umana». Questo provocherebbe la combustione delle ecoballe all’interno dei cementifici se la proposta della Regione Campania per liberare i siti di stoccaggio dalle sei milioni di tonnellate di spazzatura prodotta durante l’emergenza rifiuti, avrà il placet dell’Unione Europea. L’Ue nelle scorse ore ha ricevuto il piano redatto dalla giunta De Luca all’indomani della nuova maxi multa da 20 milioni di euro comminata da Bruxelles per la mancata risoluzione del problema. Ma alla direzione generale europea per l’Ambiente già dovrebbero conoscere gli impatti che questa soluzione potrebbe avere per i territori che circondano questi impianti.

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Alla fine del 2014, infatti, sulla scrivania del capo unità della direzione, Ion Codescu, arrivò lo studio che l’Isde, l’Istituto internazionale dei medici per l’ambiente, mise a punto per dimostrare con dati scientifici come la cancellazione, contenuta in un decreto del ministero dell’Ambiente del 2013, dalla categoria dei rifiuti dei combustibili solidi secondari (css) contenuti nelle ecoballe, fosse una scelta scellerata che avrebbe aperto le porte dei cementifici a sostanze tossiche e dannose. L’impiego di css nei cementifici al posto dei combustibili fossili può infatti causare la produzione e l’emissione di metalli pesanti tossici per l’ambiente e dannosi per la salute umana.

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