Colpito alla testa con la spranga di ferro

Misteriosa aggressione in via De Marinis. Vittima un rappresentante di Salerno: aggredito mentre parlava con un cliente

Aggredito alle spalle con una spranga di ferro, si ritrova con il cranio sanguinante e viene ricoverato all’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno. Per lui venti giorni di prognosi per ferite lacero contuse nella zona occipitale destra.

L’episodio di violenza si è verificato in via De Marinis, nei pressi dell’ospedale Santa Maria Incoronata dell’Olmo. Da alcune testimonianze raccolte dai carabinieri giunti sul posto, guidati dal tenente Vincenzo Tatarella, l’aggressore sarebbe un uomo di mezz’età che si è avvicinato alla vittima da dietro sorprendendolo alle spalle, senza farsene accorgere e con una botta secca lo ha colpito al capo. La persona aggredita, un 46enne salernitano rappresentante di un’azienda di caffè per bar, è caduta a terra senza neanche riuscire a vedere bene in faccia il suo aggressore che immediatamente è fuggito.

Il ferito è stato subito soccorso dai sanitari del pronto soccorso di Cava che hanno disposto, immediatamente, il trasporto all’ospedale di Salerno “Ruggi”, dove l’uomo è stato sottoposto ad esami al cranio. I sanitari dell’azienda sanitaria salernitana hanno ritenuto necessario tenerlo in osservazione per l’intera nottata. Ora si cerca di risalire all’aggressore ma, soprattutto, capire il motivo che ha spinto l’uomo che è stato visto fuggire a piedi verso il parcheggio di San Francesco, ad aggredire il rappresentate.

In base a quanto è stato ricostruito, il 46enne prima di essere aggredito aveva da poco finito di parlare con un suo cliente. Nel momento in cui si è allontanato a piedi mentre si trovava nei pressi dell’ospedale dove aveva parcheggiato l’auto, è riuscito solo con la coda dell’occhio a vedere il suo aggressore.

Che, una volta colpita la vittima servendosi di un palo di ferro, si è dileguato a piedi verso il parcheggio di San Francesco. L’operazione congiunta di polizia e carabinieri che si sono messi subito alla ricerca dell’aggressore, non ha dato al momento buoni frutti. Sul luogo dell’aggressione non è stato trovato neanche il palo usato per l’aggressione.

Si pensa che l’aggressore sia una persona che lo stesso rappresentante conosceva. Ora i carabinieri indagano a 360 gradi e dopo una prima descrizione sommaria dell’aggressore fornita dalla vittima, lo stesso rappresentante sarà ascoltato nuovamente per capire se in quella stessa mattinata o nei giorni precedenti abbia avuto un battibecco con qualcuno. I carabinieri al momento non escludono alcuna pista come movente dell’aggressione, che potrebbe essere trovato nella vita privata o in quella lavorativa della vittima.

Annalaura Ferrara

©RIPRODUZIONE RISERVATA