Colpi nei negozi di due province, 9 arresti 

I ladri in azione sottoterra: nel mirino gioielleria di Nocera e lavanderia di Sarno. Coinvolto pure un minore

NOCERA INFERIORE. Lavoravano notte e giorno, quelli della “banda del buco” scoperti e arrestati dai carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore e del Comando provinciale di Napoli. A questa conclusione porta l’esito del blitz scattato all’alba di ieri contro undici persone, tutte del Napoletano, accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata ai furti in negozi, depositi ed esercizi commerciali e di tentata rapina. In particolare, sono finiti in carcere Vincenzo Di Maio, 52 anni, Carlo Di Maio (31), Luca Giordano (29), Ciro Liguori (55), Ciro Giordano (54) e Bruno Torre (33); ai domiciliari Giuseppe e Assunta Giuliani e Ciro Alfano (54); obbligati alla presentazione alla polizia giudiziaria Rosetta Conte (43) e Gennaro Martino (29); denunciati altri due esponenti del gruppo. Nell’indagine, è coinvolto anche un 17enne per il quale si procede separatamente. Alla banda vengono contestati quattro furti di merce commessi tra febbraio 2015 e marzo 2016, in prevalenza capi d’abbigliamento, per 340mila euro di valore, altri dieci tentativi di furto sventati dai carabinieri tra aprile e maggio 2016 e una tentata rapina al supermercato Crai di Casoria, nel centro commerciale “I Pini”, il 12 ottobre 2015, fallita per la reazione di un addetto alla vigilanza.
I “colpi” sono riconducibili - secondo le accuse del pm Ernesto Caggiano della Procura di Nocera e confermate dal gip Paolo Valiante, che ha firmato le misure cautelari - al gruppo napoletano, composto da tre diversi nuclei familiari. La banda individuava i bersagli da colpire grazie a osservazioni e “voci” raccolte in zona, prima di passare all’azione, che si svolgeva sostanzialmente sottoterra, lungo le condotte fognarie, con lunghe e complesse operazioni di scavo, piantine alla mano, e utilizzando scanner e altri strumenti tecnologici per individuare eventuali ostacoli, intoppi e pareti. Gli specialisti impiegavano anche dei “jammer”, attrezzi per inibire segnali radio, pur non rinunciando alle vecchie modalità del “mestiere”. In alcuni casi le condotte “liberate” per consentire il passaggio erano lunghe anche venti metri. Gli arnesi per scavare, a volte, venivano anche lasciati in attesa di “lavorare” nei momenti propizi, di giorno o di notte a seconda delle circostanze. In genere, la “banda del buco” giungeva all’obiettivo di notte, quando i locali presi di mira erano vuoti, in maniera da completare l’esecuzione del piano nel modo più agevole e indisturbati. Non immaginavano, naturalmente, di essere loro stessi finiti nel mirino degli investigatori, tanto meno di quelli salernitani.
Tutto era partito da un telefono cellulare perso da un componente della banda nel mezzo del furto alla gioielleria “Jewels” di Nocera Inferiore. Da lì, attraverso ore di ascolto e intercettazioni telefoniche, è stato pazientemente rimesso insieme il puzzle arrivando a smascherare la banda dopo l’ultimo “colpo” tra quelli ricostruiti, consumato a Sarno, in una lavanderia: bottino costituito da un tappeto persiano, oltre al saccheggio di un negozio di animali (furto di un cane di razza chiuahua e di alcune tartarughe) “incrociato” lungo il cammino. I furti al centro dell’inchiesta sono vari e anche curiosi. La banda puntava a svuotare supermercati e negozi-depositi di abbigliamento, ma non disdegnava bersagli più modesti, in cui si imbatteva durante gli scavi dei canali e le “passeggiate”. In un caso, i malviventi si ritrovarono inavvertitamente in un negozio di peluche e pupazzi: rinunciarono al bottino perché ritenuto inadatto alle loro esigenze. In realtà puntavano a all’area stoccaggio di un supermercato, ma fallirono l’obiettivo. Tra i colpi sventati, c’è anche quello a un supermercato Sisa del Napoletano.
Di fatto, nessuno degli indagati aveva un lavoro regolare: erano tutti dediti ai furti in maniera continua ed esclusiva, insomma una vera e propria professione. E niente di quanto rubato è stato mai recuperato: il canale di smercio immediato della mercanzia era sempre aperto.(a. t. g.)