Colori accesi e simboli arcaici nei murales di Piano Vetrale

La piccola frazione di Orria è stata trasformata dagli artisti italiani e stranieri in un affascinante museo a cielo aperto che ogni anno richiama migliaia di turisti

Colori accesi ed atmosfere fauves, nature morte e scene di vita contadina, paesaggi fantastici e simboli della creatività, dai primi anni Ottanta hanno fatto di Piano Vetrale, una minuscola frazione di Orria, l’unico borgo del Cilento, insieme ad Ottati, inserito a pieno titolo nell’Associazione italiana paesi dipinti. Noto come il “paese dei murales” che adornano quasi tutte le facciate esterne delle abitazioni e degli antichi portali, estate dopo estate, accoglie artisti italiani e stranieri che miscelando zodiaco e tradizioni popolari, fiabe e ritualità arcaiche, hanno creato uno straordinario museo a cielo aperto che si è ritagliato una posizione di privilegio all’interno della comunità montana del Gelbison e del Cervati. Scuola campana, scuola francese e scuola siciliana convivono nei vicoli, in un connubio di esperienze e di culture. Ed è merito di questi dipinti che abbracciano vetrate e portoni se tanti turisti, ogni anno, si imbarcano lungo la variante SS18 Cilentana per raggiungere la frazione ubicata a quattro chilometri da Orria. Il momento migliore per visitare il suggestivo borgo dedicato all’arte è il mese di agosto, quando la locale Pro Loco organizza la manifestazione “Il pennello d’oro”, nata per ricordare Paolo De Matteis, un importante esponente della scuola napoletana del Seicento che proprio a Piano Vetrale ebbe i suoi natali. Allievo del più celebre Luca Giordano, bruciò un’esistenza vocata al binomio genio e sregolatezza immortalando Papi e reali che corteggiavano la maestria del suo pennello. Nel centro storico resiste, in condizioni ancora discrete, la casa dell’artista le cui opere sono visibili nei principali musei sia italiani che stranieri. La struttura è interessata da un progetto di acquisizione e trasformazione in un museo che possa accogliere gli appassionanti provenienti da ogni angolo del mondo. Ma al di là dei suoi allegri murales, Piano Vetrale è un borgo tutto da scoprire. A partire dalle sue viuzze costellate da selci e pietre levigate che conducono alla fontana vecchia. Merita una visita anche la chiesa di Sant’Elia Profeta, patrono del fuoco, della pioggia e della siccità, che viene celebrato la domenica successiva al 20 luglio con solenni festeggiamenti che richiamano anche gli abitanti di Orria e quelli dei paesi limitrofi. Fino agli anni Sessanta Piano (il cui nome deriva da Planus, con evidente riferimento all’altopiano su cui sorge) e Vetrale (Veteres in riferimento ai suoi presunti fondatori, alcuni vecchi militari romani provenienti dalla vicina Gioi che era sede di un presidio dell’esercito imperiale) erano due paesi distinti: il confine tra le due realtà autonome anche nella gestione dei servizi, era segnato dal cosiddetto Vallone di sabato, che costituiva il limite invalicabile perfino per la processione dei Santi Patroni. Da vedere Lo Vaglio (in via Roma), Lo Passetto (incrocio tra via Roma e via Europa), Capo Ceraso (via Europa), Li Cuvieddi (via Roma), La Croce (via Europa), Sant’Antuono (piazza Risorgimento), La Curva (incrocio tra via delle Regioni e via Piemonte) e la Cote (via delle Regioni). E ancora, a Piano sorge la cappella di Sant’Antonio e la chiesa di Santa Sofia che, secondo la tradizione fu fondata nel 1453 da Dioniso Mazza detto Il Greco, un profugo che proveniva dalla lontana Costantinopoli. Il suo campanile è tra i più alti di tutto il Cilento. Le due navate e la facciata in pietra sono care agli abitanti del posto perché nel 1951, in località Tempa dell’Arenola, apparve a molti devoti la Madonna. Il luogo divenne così meta di pellegrinaggi religiosi. Tra gli angoli di Piano che si prestano a una passeggiata rilassante e che diventano set naturale per un servizio fotografico a ritroso nel tempo, ci sono Capo Lierto (via Napoli), Addoreto lo Vico (via Napoli), Sotto l’arco (via Piave), Ngapo lo Chiano (piazza Santa Sofia), La Chiazza (via Paoluccio della Madonnina), Le Scaledde (via Mar Tirreno), Mbere la Vigna e Santa Croce (via Case Sparse). Trovandosi in zona e volendo fare un salto ad Orria, chi ama girovagare per chiese potrà ammirare il santuario di Santa Domenica, la cappella della Madonna delle Grazie e la chiesa di San Felice. Tra i numerosi eventi organizzati soprattutto durante il periodo estivo, un posto di eccellenza occupa la mostra- mercato del fico bianco del Cilento, mentre per ammirare le tradizioni locali, c’è il Museo della civiltà contadina, dove sono esposti antichi oggetti della civiltà rurale.©RIPRODUZIONE RISERVATA