“Collezionare la bellezza” attraverso la ceramica déco

Il professore Levi rende omaggio a Barraud Messeri & C. e Carraresi e Lucchesi tra i maggiori protagonisti di questa produzione artistica del Novecento italiano

SALERNO. Collezionare bellezza. Il titolo dell’incontro salernitano rende bene lo spirito che ha mosso Giorgio Levi nella ricerca e negli studi per il suo libro sulla produzione ceramica italiana di art déco del Novecento. Il volume, edito dalla Ets, punta i riflettori su “Barraud Messeri & C e Carraresi e Lucchesi, ovvero due grandi protagonisti della ceramica del secolo scorso” e verrà presentato domani alle 17 a Palazzo S. Agostino.

Tra la storia delle manifatture e gli aneddoti dei collezionisti, Levi conduce il lettore-spettatore attraverso il catalogo di una “mostra che non c'è” e illustra la storia e i pezzi migliori di due grandi protagonisti della ceramica déco. Non lo fa né da archivista né da storico dell'arte, ma con la versatilità erudita del conoscente appassionato, dell’amante del bello e del raffinato indagatore di estetiche del passato.

Nel libro l’autore valorizza e riscopre aspetti poco conosciuti o addirittura completamente dimenticati della produzione ceramica toscana degli anni Trenta, come in questo caso le manifatture di Sesto Fiorentino. Ad illustrare il testo domani ci saranno: Barbara Cussino, dirigente di settore della Provincia di Salerno; Giuseppe Cacciatore, presidente della Società di Storia Patria; Maurizio Tucci, dell’Università di Salerno e lo storico dell’arte Carmine Tavarone. In un labirinto di forme e decori che hanno fatto grande un’epoca, tra piatti ottagonali e servizi da cucina di design, vasi parallelepipedi e servizi di toilette, si offre un campionario di oggetti che compongono un piccolo grande museo delle meraviglie del quotidiano. Al centro, infatti, c’è il sogno di servire ad arte alle occupazioni di tutti i giorni. Singolare anche il proustiano incipit che dà l’avvio alla ricerca dell’autore, ovvero una indimenticabile tazza di caffè, quella servita nelle ultime stanze di una casa chiusa, prima della chiusura della stessa.

«La storia raccontata in questo libro - spiega Levi - comincia intorno alla figura della prostituta Mara, alla dismissione di una casa di tolleranza e ad un caffè servito in una tazzina indimenticabile. D'altra parte, collezionare è convogliare i rivoli più disparati, smentendo sempre il luogo comune che associa oggetti raffinati e salotti ricchi».

Può esserci sensualità anche in una forma, sembra volerci dire Levi, anche nelle sinuose curve di una tazzina, portata alle labbra tutti i giorni, come per un bacio al caffè, contenuto nelle pareti di terra cotta e colorata. Non solo l’occhio vuole la sua parte, ma anche le mani che toccano una forma.

Paolo Romano

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