Colata di detriti a Celle, il paese è a rischio

Consegnata al sindaco Marotta una relazione del geologo Guida: «Pericolo per il centro abitato»

CELLE DI BULGHERIA. La colata detritica che in questi giorni minaccia l’abitato di Celle di Bulgheria rappresenta una criticità da non sottovalutare. Ne è certo il professor Domenico Guida, associato di Geomorfologia del Dipartimento di Ingegneria Civile presso l’ Università di Salerno che, su incarico del sindaco Gino Marotta, ha effettuato una dettagliata relazione sull’accaduto. «Il fenomeno franoso – scrive nella relazione il docente - è stato provocato da un evento pluviometrico di forte intensità ed era difficilmente prevedibile». «Si conferma la estrema pericolosità di tale evento – aggiunge il docente - e si ritiene che permangano serie condizioni di rischio residuo da accertare con ricognizioni concordate con i soggetti istituzionali competenti».

L’esperto ha consigliato al sindaco «di chiedere agli organi regionali la immediata attivazione dei presidi territoriali a supporto dell’Ufficio Tecnico Comunale e della Sala Operativa Comunale con la definizione collegiale di un protocollo di presidio locale esteso a tutti gli altri canaloni e conoidi del fronte settentrionale del monte Bulgheria».

A rischio è l’intero centro abitato: «Tali fenomeni, allorquando vengono interessati contemporaneamente diversi canaloni confluenti - spiega l’esperto - possono indurre gravi condizioni di rischio al centro abitato ed alle infrastrutture viarie di livello regionale».

Purtroppo non è la prima volta che si verificano casi del genere a Celle di Bugheria. «La magnitudo dell’evento – spiega il professor Guida - è direttamente proporzionale ai tempi di ritorno. Infatti ad eventi di medio-bassa magnitudo, con tempi di ritorno decennali (1956, 1996, 2001), si accompagnano eventi catastrofici con tempi di ritorno centenari». Uno di questi eventi, avvenuto verso la fine del ‘700, è stato ricostruito in modo efficace dall’ingegnere Giuseppe Carro nel suo libro “Diari delle Celle”. Intanto la colata di detriti è immensa: «La volumetria complessiva accumulata – spiega il docente - è valutabile in alcune migliaia di metri cubi».(v.r.)

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