Clan nella Piana, arrestato Caiafa

Il 31enne di Campagna era sfuggito al blitz Dda contro gli eredi dei Pecoraro

CAMPAGNA. Era a Londra per cercare lavoro. Vincenzo Caiafa, 31 anni, era sfuggito al blitz Perseo del 22 febbraio scorso. Ieri, i carabinieri della compagnia di Battipaglia, diretta dal capitano Erich Fasolino, lo hanno rintracciato a Campagna, presso la sua abitazione, dove era andato per salutare i suoi familiari. A Caiafa è stata notificata l’ordinanza d’arresto firmata dal gip Pietro Indinnimeo. Dopo le formalità di rito è stato accompagnato a Fuorni.

Caiafa era l’unico dei quattordici indagati che mancava all’appello. La mattina del blitz dell’Arma, che ha portato dietro in carcere i reggenti del clan Pecoraro-Renna, il 31enne non fu trovato. Caiafa viene collocato vicino al “gruppo di Campagna”, quello dei fratelli Emanuele e Francesco Sessa, che si era federato con gli eredi attuali del clan storico di Bellizzi: i gemelli Bisogni, Enrico e Sergio, e Francesco Mogavero di Bellizzi, come scrivono i giudici. Nei prossimi giorni Caiafa sarà sottoposto a interrogatorio di garanzia. Lo stesso al quale sono stati chiamati i co-indagati. La gran parte si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, riservandosi di presentare ricorso al tribunale del Riesame per chiedere l'annullamento della misura restrittiva in carcere. Secondo i pm Marco Colamonaci e Vincenzo Senatore, i “Guagliuni di Bellizzi” e i sodali di Campagna avevano preso di mira imprenditori del Sele ai quali imponevano il pizzo. Dalle carte dell’ordinanza si legge che le nuove leve erano particolarmente violente. Per convincere i recalcitranti usavano molotov", pistolettate e pestaggi.