Clan e politica a Pagani In 4 scelgono l’abbreviato

I difensori di Gambino chiedono una dichiarazione di improcedibilità L’arringa: «È già stato processato una volta, lo ha detto anche la Cassazione»

PAGANI. Solo quattro, dei 53 imputati nel processo Criniera, ha chiesto di essere giudicato in abbreviato, con un giudizio allo stato dei fatti che evita le lungaggini del dibattimento e consente lo sconto di pena in caso di condanna. Ieri il gup Pietro Indinnimeo ha accolto le richieste di rito alternativo presentate dall’imprenditore Luigi Pandolfi Elettrico, dal collaboratore di giustizia Prisco Ceruso, da Michele Ruggiero di Cava de’ Tirreni e Luigi Terracciano di Brusciano. Saranno giudicati a febbraio, mentre continuerà almeno fino a dicembre l’udienza preliminare per gli altri coinvolti che hanno scelto di seguire il rito ordinario. Per tutti il pubblico ministero Vincenzo Montemurro ha confermato la richiesta di rinvio a giudizio, disegnando uno scenario di scambio politico-mafioso in cui interi settori dell’attività municipale di Pagani sarebbero stati appannaggio del gruppo camorristico legato ai Petrosino-D’Auria. Tra i principali accusati, il consigliere regionale Alberico Gambino, per il quale i difensori Giovanni Annunziata e Alessandro Diddi hanno chiesto ieri una dichiarazione di improcedibilità per violazione del principio del ne bis in idem, che vieta di processare più volte la stessa persona per i medesimi fatti. Si fa leva sulla pronuncia della Cassazione, che a settembre ha annullato per Gambino l’ordinanza cautelare proprio sull’assunto che per quelle accuse l’ex sindaco di Pagani sia già stato giudicato una volta. Le motivazioni della sentenza non sono state ancora depositate, ma intanto la difesa chiede che tutto sia rimesso alla Corte d’Appello, davanti alla quale è in corso il processo di secondo grado per Linea d’ombra e dove il pm (che ha presentato ricorso contro l’assoluzione di Gambino in primo grado) ha fatto confluire le nuove dichiarazioni accusatorie dei collaboratori di giustizia.

L’udienza preliminare continuerà il 7 dicembre, quando a parlare sarà tra gli altri la difesa di Massimo D’Onofrio, ex vicesindaco di Pagani. Anche per lui la Cassazione ha annullato l’ordinanza cautelare che ne disponeva l’arresto, ma per l’accusa è colpevole, insieme a Gambino, di aver consentito e agevolato il rafforzamento al clan D’Auria Petrosino.

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