Clan e agenzie funebri, una donna dal pm 

Mandato di comparizione per la moglie dello staffista al Comune di Scafati coinvolto nell’inchiesta sulle affissioni mortuarie

SCAFATI. Mandato di comparizione in Procura per la moglie di Giovanni Cozzolino, ex staffista del Comune di Scafati indagato nell’ambito dell’inchiesta “Sarastra”. La signora Giulia Di Giuseppe sarà ascoltata come persona informata dei fatti dall’Antimafia di Salerno. Dopo la seconda conclusione indagini, legata alla gestione delle affissioni mortuarie a Scafati, si concretizza dunque la volontà del pm Vincenzo Montemurro di convocare la consorte del fedelissimo dell’ex sindaco scafatese, Pasquale Aliberti.
Giovedì gli uomini della Dia si sono presentati in via Trieste, dove abita la famiglia Cozzolino, per consegnare l’avviso della Procura. La Di Giuseppe ha subito informato della vicenda l’avvocato Raffaella Farricelli, già legale di Cozzolino, anche se non potrà prendere parte al colloquio tra il magistrato e la moglie dell’ex staffista poiché quest’ultima non è indagata. La Di Giuseppe dovrebbe varcare l’ingresso del Tribunale di Salerno dopo l’udienza del Riesame sulla richiesta dei domiciliari avanzata dagli avvocati di Pasquale Aliberti e fissata per lunedì.
Con questa mossa Montemurro proverà a mettere a fuoco due particolari non secondari dell’inchiesta. Il primo è legato direttamente ai Cozzolino-Di Giuseppe e rappresenta il fulcro del secondo fascicolo della Dda. Gli inquirenti cercheranno di capire dalla moglie del fedelissimo di Aliberti come il funerale del nonno non sarebbe mai stato pagato dal marito. Il servizio, svolto nel 2016 dalla ditta “L’Eternità” ritenuta vicina al clan Matrone, secondo la ricostruzione della magistratura è stato addebitato a una persona estranea e residente nell’hinterland vesuviano. A organizzare il tutto sarebbero stati i titolari de “L’Eredità”, che hanno attribuito il costo di circa 5mila euro a una persona che ha scoperto il tutto solo dopo essere stato convocato al Tribunale di Nocera Inferiore dagli uomini della Dia. Una fattura, tra l’altro mai nemmeno ricevuta, che il clan ha compiuto con una società operante nel settore delle onoranze funebri e non direttamente con “L’Eternità” per non destare sospetti. Una vicenda, questa, che la Di Giuseppe, come persona informata dei fatti, potrebbe chiarire.
L’altra vicenda, invece, riguarda la moglie di Aliberti, la consigliera regionale Monica Paolino. Qui la consorte di Cozzolino è stata tirata in ballo dall’imprenditrice Patrizia Sicignano, ex sostenitrice del politico di Forza Italia e sorella del già assessore Raffaele. È proprio nel rapporto con i Ridosso che la Sicignano riporta il primo incontro organizzato dal clan al bar “Alba”, definito un flop dalla Paolino. “Dopo aver esternato le sue considerazioni su quell’incontro la moglie di Cozzolino la invitò a stare zitta, dicendo testualmente: «Non sai chi sono queste persone. Potrebbero essere 6 o 7 persone che portano 6-700 voti», ha detto la Sicignano al pm. Dichiarazioni che la Di Giuseppe dovrà chiarire.
Domenico Gramazio
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