Clan e affari, la Dda vuole le telefonate 

Gli interrogatori dell’ex sindaco Luigi Cassandra e le intercettazioni dell’architetto Nocera all’esame dell’Antimafia

Le ultime dichiarazioni del pentito Luigi Cassandra, ex sindaco di Trentola Ducenta ritenuto vicino agli Zagaria, riaccendono l’interesse della Procura Antimafia di Salerno sui presunti affari tra il clan dei casalesi e i colletti bianchi di Scafati. I verbali resi da Cassandra nell’ambito dell’operazione “Sarastra”, infatti, hanno riportato la Dda a riannodare i fili del discorso sui possibili legami tra gli esponenti politici della città dell’Agro nocerino sarnese e una parte della criminalità organizzata con base in provincia di Caserta.
Nello specifico, al vaglio ci sono gli eventuali rapporti tra l’ex sindaco Pasquale Aliberti, e la costola imprenditoriale della cosca casalese. Da qui, la decisione di richiedere all’Antimafia di Napoli l’acquisizione delle intercettazioni telefoniche relative all’architetto Carmine Domenico Nocera, professionista ritenuto vicino agli Zagaria. Nocera ha ricevuto a Scafati, nel 2012, l’incarico per le fasi esecutive dei lavori di sistemazione dei marciapiedi di via Santa Maria La Carità, aggiudicati con la determina comunale numero 51 alla ditta “Gallo Giovanni” di Angri per un totale di 470mila euro. Quella gara già nel settembre 2015, quando è partita l’inchiesta sul presunto “sistema Scafati, era stata giudicata anomala dalla Procura per l’aumento della somma di aggiudicazione che ha toccato quota 672.293,26 euro. Un rialzo del 40 per cento mai chiarito, fino all’arresto di Nocera, avvenuto due anni dopo circa. Il tutto, però, ora potrebbe essere chiarito dalle intercettazioni della Dda di Napoli sull’utenza telefonica del professionista casertano. Quelle conversazioni, d’altronde, sono relative proprio al 2012, periodo in cui Nocera ha acquisito l’appalto a Scafati.
Ecco perché su questo gli inquirenti non hanno dubbi: se l’architetto casertano è stato definito un fedelissimo di Zagaria - boss citato dal pentito Cassandra in merito agli interrogatori sull’operazione “Sarastra” - in quelle intercettazioni potrebbe esserci la verità su Scafati e i presunti interessi del clan dei casalesi per quella che, più volte, è stata definita la “periferia dell’impero”. Se così dovesse essere, infatti, il cerchio si chiuderebbe confermando anche le dichiarazioni di Maria Gabriella Camera, ex architetto del Comune di Scafati, ritenuta attendibile dall’Antimafia di Salerno perché all’interno della macchina amministrativa durante l’esperienza da sindaco di Aliberti.
«L’incarico di direzione dei lavori di rifacimento marciapiedi di via Santa Maria La Carità, a seguito della costituzione di seggio per la valutazione circa 10 curricula di tecnici estratti a sorte dalla short list dei professionisti dell’amministrazione, è stato da me assegnato con affidamento diretto all’architetto Nocera», ha detto la Camera in uno degli interrogatori resi al pubblico ministero Vincenzo Montemurro, titolare dell’indagine. Poi l’affondo sull’ex segretaria comunale Immacolata Di Saia e i rapporti con l’architetto casertano: «Mi è noto che costui conoscesse la dottoressa Di Saia, tant’è che lei me ne parlava riferendomi che un ottimo tecnico che conosceva, mi sembra, perché era stato consigliere di un Comune nel quale la Di Saia era segretario comunale. Quando Nocera veniva a Scafati passava sempre dalla Di Saia. Quando appresi dai giornali dell’arresto del Nocera per associazione di tipo mafioso, mi recai dalla Di Saia, arrabbiata per la questione dell’affidamento, evidenziandole che le doveva sapere sicuramente chi fosse in realtà il Nocera. Mi rispose che lo considerava solo un buon tecnico».
Domenico Gramazio
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