«Città negata ai disabili Servono lavori urgenti»

La dura denuncia dell’Osservatorio sull’handicap in consiglio comunale «Stazione inaccessibile, marciapiedi senza scivoli e frazioni impraticabili»

“Piste” di porfido nel centro storico, marciapiedi con gli scivoli a norma, scuole con adeguati ascensori e servizi igienici, esercizi pubblici accessibili e una stazione ferroviaria più a misura di disabile. Sono solo alcune delle richieste avanzate dall’Osservatorio dell’handicap nel corso del Consiglio monotematico di giovedì scorso. L’obiettivo è quello di rendere Cava una città più vivibile per tutti. In particolare, è stata Anna Ferrara a focalizzare l’attenzione sul fatto che, sul fronte barriere architettoniche, Cava è «più indietro delle limitrofe Salerno e Nocera».

E se la situazione è preoccupante nel centro storico, è ancora più sconcertante nelle frazioni che risultano impraticabili per i disabili. «Vogliamo porre l’accento sulle reali difficoltà che si vivono in città – ha spiegato la Ferrara, che è a capo della commissione Barriere architettoniche dell’Osservatorio – E cominciamo dai sanpietrini, al posto dei quali suggeriamo di realizzare piste di porfido su cui possono camminare le persone disabili. I marciapiedi, poi, sono stretti, pieni di buche e con gli scivoli non a norma; per non parlare, poi, dei parcheggi per disabili che sono sempre occupati da autovetture senza permesso».

La relatrice non ha tralasciato l’inadeguatezza di uffici dell’Asl, studi medici, scuole, hotel ed esercizi pubblici. «Suggerisco che, a chi elimina le barriere, venga attribuito un bollino verde che assuma la valenza di un marchio di qualità», ha detto. Disastrosa, poi, la condizione in cui si trova la stazione . «Secondo la sala blu delle Ferrovie dello Stato di Bologna – ha precisato – la stazione di Cava è “disabile” in quanto non può accogliere le richieste di un portatore di handicap».

Da qui alcune proposte fattive e un crono programma per realizzarle: «Sarebbe opportuno garantire agevolazioni fiscali comunali ai privati che eliminano le barriere – ha aggiunto la Ferrara – e controllare di più, all’atto delle concessioni delle autorizzazioni, se ai locali possono accedere i disabili.Da subito, però, è necessario cambiare l’ubicazione dell’ufficio Invalidi civili; installare un montascale al Comune e adeguare la stazione ferroviaria entro l’anno, così come farmacie e scuole. Per gli esercizi pubblici, invece, si possono attendere due anni». La giovane donna ha, poi, concluso, rivolgendosi ai concitatdini e agli amministratori:«La disabilità è creata dalle barriere: aiutateci ad abbatterle e ad eliminare i limiti che ci sono posti davanti ogni giorno». Pronta la risposta dell’amministrazione, che ha previsto di intraprendere una serie di azioni per abbattere le barriere architettoniche e per favorire l’ingresso dei disabili nel mondo del lavoro.

Alfonsina Caputano

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