il caso

Citazione da 28mila euro, Angri ’80 rischia di chiudere

ANGRI. Rischia di chiudere un punto di riferimento trentennale dell’informazione angrese: Angri ‘80. Al mensile, edito dalla cooperativa centro iniziative culturali, sono state presentate tre...

ANGRI. Rischia di chiudere un punto di riferimento trentennale dell’informazione angrese: Angri ‘80. Al mensile, edito dalla cooperativa centro iniziative culturali, sono state presentate tre citazioni per diffamazione dall’avvocato del Comune, Antonio Pentangelo.

«Non riusciamo assolutamente a capire su che cosa fondi l’avvocato Pentangelo -affermano il direttore di Angri ’80, Antonio Lombardi, ed il presidente del Cic Luigi D’Antuono- la sua accusa e la sua richiesta di 28.000 euro più annessi e connessi. In trenta anni di Angri ’80, è vero non abbiamo mai fatto sconti a nessuno, ma è anche vero che nessuno è stato offeso o si è sentito mai offeso dai nostri articoli; l’avvocato Pentangelo è stato il primo e resterà pure l’ultimo, perché, qualora la giustizia gli dovesse dare ragione, dovremmo chiudere non solo per fallimento economico, ma anche perché significherebbe che in Italia non c’è più né libertà di stampa né libertà di opinione né diritto di critica».

E ancora: «Sarebbe un duro colpo alla stampa libera ed indipendente, ed anche a tutta la categoria dei giornalisti, ma di sicuro la nostra trentennale storia di sacrifici e di impegno civile per la crescita culturale e sociale del nostro amato paese, ci impone di vendere cara la pelle e non lasciare nulla di intentato per difenderci e per avere giustizia, in nome delle libertà e dei diritti costituzionalmente garantiti».

Concludono con un appello: «Rivolgiamo un appello affinché ci siano vicini in questo difficile momento e facciano sentire la loro voce, la cittadinanza ed in particolare la società civile, i partiti, le associazioni di volontariato e i colleghi dell’ordine».

Maria Paola Iovino

©RIPRODUZIONE RISERVATA