l’inchiesta

Citarella ritorna davanti al pm Ora è indagato

È indagato dalla procura nocerina ma non si è a ancora conoscenza dell’ipotesi di reato contestata l’imprenditore Giovanni Citarella, patron della Nocerina calcio, al vertice di una società di...

È indagato dalla procura nocerina ma non si è a ancora conoscenza dell’ipotesi di reato contestata l’imprenditore Giovanni Citarella, patron della Nocerina calcio, al vertice di una società di costruzioni. L’imprenditore cardine della maxi inchiesta “Due torri”, accompagnato dal suo legale Michele Sarno, in questi giorni verrà sentito per la terza volta dal sostituto procuratore della Repubblica Roberto Lenza, titolare del fascicolo d’inchiesta a suo carico, nel palazzo di giustizia di Nocera Inferiore.

Citarella, che ha chiuso in questi giorni la sua posizione giudiziaria nella vicenda Due Torri, era stato sottoposto ad altri dui e interrogatori nell’ambito di una inchiesta ancora coperta da segreto, riguardante rapporti politici e imprenditoriali. Al momento l’imprenditore ha effettuato due diversi interrogatori, scaglionati nel corso delle scorse settimane. Il filone nocerino seguito dagli inquirenti, con il lavoro di riscontro svolto dagli uomini della guardia di finanza del comando provinciale di Salerno, sarebbe partito direttamente da Citarella, interrogato con il suo avvocato, con la richiesta e di essere sentito dopo mesi di custodia cautelare ordinata per il ruolo nell’inchiesta Due Torri, tra gli arresti domiciliari e la procura di Salerno.

Il maxiblitz sui lavori e appalti alla provincia ribattezzato “Due torri” risale al giugno scorso quando l’imprenditore Citarella finì in carcere. L’operazione svelò il sistema criminale degli appalti lungo anni di lavori truccati, con un giro di 50 milioni di euro distribuiti grazie a funzionari della Provincia, con giochi al ribasso, materiali di qualità dubbia e rischi sollevati dagli investigatori. La lista delle opere contestate comprendeva la messa in sicurezza di scuole, la viabilità dell’Università, il porto di Agropoli e l’aeroporto “Costa d’Amalfi”, coi ruoli chiave cugini Gennaro e Giovanni Citarella, accompagnati da altri tredici destinatari d’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Gaetano Sgroia. Nel sistema si posizionavano circa 250 società implicate, episodi di gare a licitazione privata, affidi con procedura di somma urgenza per un totale di cinquantadue persone coinvolte complessivamente tra imprenditori, faccendieri e funzionari. L’inchiesta condotta dalla Dda di Salerno, diretta dal procuratore capo Franco Roberti e seguita dal Pm Rosa Volpe, aveva contestato accuse per associazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, corruzione, falso in atto pubblico.

Durante il prosieguo del lavoro inquirente lo stesso Giovanni Citarella era comparso più volte davanti ai magistrati, con interrogatori secretati concentrati sulle connessioni tra imprenditoria e politica, ora approdate con tutta probabilità anche al caso ora seguito dalla procura nocerina. Giovanni Citarella fu arrestato nel 1997 per l’accusa di associazione mafiosa, per poi essere assolto.

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