sarno

Ciro e Rosa accolti in una casa famiglia

SARNO. I coniugi Florio hanno finalmente una casa e grazie all’aiuto della Caritas possono cominciare una nuova vita. Ciro e Rosa, marito e moglie, hanno vissuto per due lunghi anni in una baracca...

SARNO. I coniugi Florio hanno finalmente una casa e grazie all’aiuto della Caritas possono cominciare una nuova vita. Ciro e Rosa, marito e moglie, hanno vissuto per due lunghi anni in una baracca nei campi a San Valentino Torio, a ridosso del fiume Sarno, un ex capanno degli attrezzi, ma ora hanno una sistemazione nella casa famiglia di Lavorate.

Dopo il servizio pubblicato su “la Città” che ha portato alla luce la storia dei Florio, si è messa in moto dopo anni di totale indifferenza la macchina della solidarietà, arrivando fino a Papa Francesco che si è pronunciato sul caso esortando tutti a fare qualcosa per donare una casa a Ciro e Rosa.

La loro storia di precarietà comincia anni fa: non riuscendo a pagare l’affitto furono cacciati via dalla casa in cui vivevano. Hanno prima dormito a terra in un parcheggio a Nocera Inferiore poi un contadino ha offerto loro la sua baracca in riva al fiume e marito e moglie si sono trasferiti dalla strada ai campi. Hanno vissuto per due anni tra il fango e le intemperie, scappando ogni volta che il Sarno straripava e inondava insieme ai campi anche la loro dimora. Intanto il Comune di Poggiomarino, dove risiedevano inizialmente i Florio, continuava a ignorare, come aveva fatto per anni, la condizione dei due.

Per Ciro e Rosa avere un tetto stabile era diventato poco più che un sogno, che sono però riusciti a realizzare grazie anche all’aiuto di don Alessandro, parroco di San Valentino Torio. Ma è stato prezioso il ruolo di Aniello Robustelli, attivista sarnese che dopo aver scoperto la storia dei Florio è riuscito a mobilitare il mondo ecclesiastico e quello istituzionale. La storia di disagio ha presto fatto il giro d’Italia e, per ora, sembra aver avuto un lieto fine. Purtroppo, però, Ciro e Rosa continuano a vivere in una precarietà lavorativa che li lega a ciò che guadagnano alla giornata. Come già accaduto in passato, marito e moglie rinnovano ora l’appello per un lavoro più stabile, che consenta loro di sopravvivere. Intanto, però, almeno non trascorreranno l'ennesimo Natale in strada, al freddo.Maria Manzo

©RIPRODUZIONE RISERVATA