IL CASO

Circo degli orrori,filmate tutte le sevizie

Il padre delle ragazze ridotte in schiavitù: «Sognavano un lavoro onesto»

«Volevamo un lavoro onesto, siamo diventati schiavi». Il padre delle due sorelle bulgare, segregate nel circo degli orrori, si confessa ai carabinieri della compagnia di Eboli. L’uomo ha il rimorso di non aver potuto aiutare le figlie esposte a gravi rischi, vessazioni e ricatti. Loro, 19 e 16 anni, erano state ridotte in schiavitù dalla famiglia circense di origini calabrese: gli Ingrassia.
Il sogno italiano dei quattro bulgari si è infranto molto presto quando hanno visto la loro "casa": un cassone di quelli usati per il trasporto degli animali.
Domenica pomeriggio sono stati liberati grazie alla denuncia di uno spettatore che aveva notato durante uno spettacolo il modo con il quale veniva trattata la più grande delle due sorelle bulgare.
Dell’Italia sanno soltanto i nomi dei paesi dove ha fatto tappa il circo Marino. Si spostavano con la carovana circense all’interno del cassone, rischiando l’asfissia perché non aveva finestre.
Ora le due sorelle e i genitori sono in una località protetta, hanno un letto comodo e possono mangiare. Serpenti e piranha sono rimasti a Petina nelle gabbie e nella vasca gelida. Dei rettili e dei pesci carnivori se ne occuperà il servizio veterinario nazionale.
• Per il momento sono affidati a S.I., 27 anni: la figlia di Enrico Raffaele Ingrassia, il titolare del circo, che fu visto spingere con forza la testa della ragazza sott’acqua (operata due volte di tumore all’apparato uditivo) nella vasca con i piranha, mentre mostrava chiari segni di difficoltà.
• Era stata quella scena disperata a far scattare le indagini.
• Uno spettatore di Sicignano degli Alburni che ha assistito allo spettacolo dell’immersione, ha denunciato il fatto ai carabinieri.
• Dal suo esposto è partita l’inchiesta che ha portato all’arresto di tre persone e al deferimento di altrettante legati fra loro da una vera e propria organizzazione per la tratta internazionale di esseri umani.
I carabinieri hanno filmato tre spettacoli (a Serre, Postiglione e Sicignano), riprendendo i numeri pericolosi ai quali erano costrette le due giovani bulgare.
La sorella più piccola veniva coperta con dei serpenti ed una volta fu morsa in un drammatico spettacolo, davanti agli increduli spettatori di quella sera. Di assistenza medica manco a parlarne.
Solo una volta al capofamiglia colpito da un tubo di ferro, gli fu data della pomata.
Le manette sono scattate ai polsi del titolare del Circo "Marino", Enrico Raffaele Ingrassia, 53 anni, di suo figlio William Ingrassia, 33, entrambi residenti a Santa Croce di Magliano, in provincia di Campobasso, e del genero Gaetano Belfiore, 25, di Lucera, in provincia di Foggia.
I deferiti in stato di libertà sono S.I., 27 anni, figlia di Enrico Ingrassia, e due cittadine bulgare, raggiunte dal provvedimento in patria. Tutti devono rispondere di riduzione in schiavitù e tratta internazionale di esseri umani.
Gli arrestati sono stati tradotti al carcere di Fuorni. Le indagini coordinate dalla Dda di Salerno, pm Mariella De Masellis, hanno portato i carabinieri ad indagare in Bulgaria, dove finiva parte della paga pattuita (380 euro) della famiglia ridotta in schiavitù.
Massimiliano Lanzotto