Cinghiali, abbattimenti ok Nasce la filiera delle carni 

Il Parco invierà una lettera a tutti gli interessati alla macellazione degli animali È necessario essere accreditati come centro di lavorazione della selvaggina

VALLO DELLA LUCANIA. Sarà presto costituita una filiera del cinghiale nell’ambito del territorio del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Nel frattempo, sono iniziati gli abbattimenti selettivi ad opera dei selecontrollori. A spiegare quali sono i risultati è il direttore dell’Ente con sede a Palazzo Mainenti, a Vallo della Lucania, Romano Gregorio: «Stiamo avendo riscontri positivi dall’attività dei selecontrollori, che stanno operando su tutto il territorio del Parco. Il prelievo ad oggi avviene con l’autoconsumo ad opera dei selecontrollori stessi che, ovviamente, devono dare conto di ogni abbattimento all’Ente, tramite una scheda appositamente predisposta».
Prima del consumo domestico, devono ricevere l’ok dall’Asl competente, che deve escludere, attraverso analisi specifiche, la presenza di trechinella, un parassita che potrebbe risultare pericoloso per l’uomo. Attualmente, sono già decine i capi abbattuti, rigorosamente di sesso femminile, come da prescrizioni ricevute. Le aree maggiormente interessate dal popolamento della specie, in questo particolare periodo dell’anno, sono quelle costiere: durante il periodo estivo spesso gli ungulati si spostano, infatti, verso il mare alla ricerca di cibo ed acqua, ma «anche per la presenza del lupo che sta diventando copiosa su alcuni territori».
Ma presto sarà attiva la filiera. «La prossima settimana – sottolinea Gregorio – si procederà ad inviare una lettera di invito a tutti coloro che hanno manifestato interesse a compiere l’attività di macello e a prendere in carico le specie abbattute, a seguito dell’attività di selecontrollo».
L’Ente, retto dal presidente Tommaso Pellegrino, ha pubblicato a giugno scorso, una manifestazione di interesse per individuare un macello che abbia mezzi per effettuare trasporto e macellazioni delle carni dei capi abbattuti o catturati, anche tramite selecontrollori. «L’obiettivo – evidenzia Gregorio - è costruire una filiera e i cinghiali diverranno da problema ad opportunità. Chi prenderà in carico i cinghiali abbattuti o catturati, dovrà riconoscere al Parco una percentuale».
Tra i requisiti richiesti, oltre all’iscrizione della Camera di Commercio, c’è il possesso di una flotta di veicoli idonei al trasporto alimentare di carni e l’accreditamento come centro lavorazione della selvaggina. I selecontrollori, che sono circa 280 complessivamente, formati dal Parco, devono seguire uno specifico regolamento. Tra le regole da osservare c’è l’utilizzo di una specifica arma: la carabina a canna rigata con cannocchiale di mira o puntatore; le munizioni devono essere monolitiche, prive di piombo. Le tecniche utilizzabili sono l’appostamento fisso, la “cerca” senza cane o la “girata” con il cane abilitato dall’Enci.
Andrea Passaro
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