Cinghiale l’assale, il cane lo salva

Anziano pastore di Castelcivita finisce in ospedale. Petizione contro gli ungulati a Castellabate

CASTELCIVITA. Allevatore attaccato alle spalle da un cinghiale mentre era con le sue mucche in un’area montana. G.V., 65enne di Castelcivita, per fortuna non ha riportato lesioni gravi. La prognosi per lui è di quindici giorni. Stando a quanto ha raccontato l'allevatore il cinghiale lo ha attaccato alle spalle improvvisamente senza che lui si accorgesse della sua presenza. Il malcapitato è stato colpito più volte. A salvarlo è stato il suo cane che ha iniziato ad abbaiare verso il cinghiale, che si è allontanato dalla vittima.

A causa dell’aggressione ha riportato una doppia ferita alla natica sinistra e una al dorso del piede destro. Per le lesioni riportate sono stati necessari dei punti di sutura. L’allevatore ha raggiunto l'ospedale di Roccadaspide con mezzi propri. Qui i sanitari lo hanno medicato e sottoposto alle indagini diagnostiche del caso, giudicandolo guaribile in 15 giorni.

E, proprio per la risoluzione della problematica nel comune di Castellabate, dove il fenomeno è molto avvertito, è stata avviata una petizione popolare su iniziativa del dottor Luigi Maurano. «Ho iniziato la raccolta – afferma Maurano - insieme ad altri giovani: abbiamo dato voce a più di 300 persone, 300 famiglie che combattono ogni giorno questa situazione di disagio. Poiché l’economia e l’immagine del territorio cilentano passano anche dal settore agricolo, riteniamo che il problema debba essere affrontato con chiarezza dalle autorità competenti, abbandonando una volta per tutte il “ gioco” del rimpallo delle responsabilità, che porta allo stallo e, quindi, all’aggravarsi della situazione per i cittadini».

Gli abitanti di Castellabate, per fronteggiare l’invasione dei cinghiali, «si vedono costretti a pagare una vera e propria tassa indiretta dal momento che per poter raccogliere i prodotti agricoli, per salvaguardare la propria incolumità e per evitare la distruzione dei muri in pietra presenti nelle campagne, sono costretti a recintare le proprie case e i propri terreni».

Angela Sabetta

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