L'INTERVENTO

Cilento, così la forza delle idee può spingere il territorio

Sono figlia di cilentani, tornata in questa terra in età matura alla ricerca delle mie radici. Iniziai trent’anni fa recuperando una proprietà di famiglia per farne una grande casa, atta ad ospitare i tanti amici che venivano da lontano. Otto anni fa la svolta, trasferita armi e bagagli da Milano l’ho aperta all’ospitalità e ne ho fatto anche un salotto in cui si discute e si maturano idee e progetti di promozione e valorizzazione di questo meraviglioso Cilento. Meraviglioso si, ma ancora poco noto. Per aumentare sensibilmente i numeri del turismo in Campania non si può che puntare fortemente sul Cilento che ha ancora molte, moltissime potenzialità di sviluppo. Dicono le agenzie di incoming che «non è ancora una destinazione», il che significa che i turisti che chiedono di venire in Cilento sono ancora pochi. Infatti la domanda turistica in Campania è essenzialmente riconducibile a Napoli, a Sorrento alla costiera Amalfitana a Ischia e a Capri, destinazioni eccellenti, ma assolutamente sature. Eppure l’offerta del territorio cilentano non ha uguali: mare, montagna, parchi archeologici e naturali, grotte, e un patrimonio enogastronomico di assoluta eccellenza e dunque perché il Cilento non decolla? Manca una strategia di promozione pianificata negli anni, che con coraggio sappia investire in Italia e all’estero con campagne magari costose, ma dai risultati scientificamente quantizzabili, in redemption. Manca una seria politica dei trasporti. Avremo, speriamo nei tempi promessi, un aeroporto che dovrà riportare anche la denominazione Cilento, non per campanilismo, ma perché cosi si farebbe promozione territoriale a costo zero. Tuttavia non basterà. Si dovrà avere il coraggio di creare un efficace e capillare sistema di trasporto pubblico/ privato. Il Cilento è in realtà un “territorio metropolitano”, una moltitudine di comuni che gravitano attorno ad alcuni paesi più grandi come Agropoli, Vallo della Lucania e Sapri, per citare solo i più importanti, dove sono collocati i servizi, le stazioni, i porti, gli ospedali. Ma senza macchina in Cilento non si ci muove. Stiamo entrando nell’era della mobilità ibrida ed elettrica, ma nel Parco Nazionale del Cilento, Patrimonio dell’Unesco e della Biosfera, ripeto senza auto non si va da nessuna parte. Perché la Regione non commissiona alle sue eccellenti Università, uno studio serio sui flussi e un progetto di trasporto collettivo? Magari governato da una semplice App? I paesi all’interno potranno non essere più così isolati, abbandonati dai loro stessi abitanti e potrebbero anche ambire ad essere attrattivi per un turismo intelligente opportunamente informato. E ancora, la destagionalizzazione non può prescindere dall’allungamento dei tempi di attività del Metrò del Mare, verso la Costiera amalfitana e verso Capri, che dovrebbe partire a maggio e concludersi ad ottobre , magari con frequenze diversificate. Così come l’Alta Velocità, che dovrebbe assolutamente essere garantita tutto l’anno e non solo nei fine settimana. Certo, anche gli imprenditori del mondo del turismo e dei servizi devono impegnarsi di più sul fronte della destagionalizzazione, coordinandosi e programmando i periodi di chiusura a rotazione così da garantire un servizio durante tutto il corso dell’anno.

*(imprenditrice)