Ciccone striglia Forza Italia «È il momento di cambiare»

Dopo l’affermazione a Palazzo Sant’Agostino del consigliere Gregorio Fiscina «La dirigenza smetta di fare politica da dietro le scrivanie e vada tra la gente»

«Costruire una lista dove sette candidati non prendono voti è stato un errore». Forza Italia si ritrova a fare i conti con un partito che non c’è più, o quasi. A Palazzo Sant’Agostino riesce a prendere un solo consigliere provinciale, Gregorio Fiscina, e ci riesce grazie a lavoro di chi, nel partito, non ha né un ruolo di dirigente né un ruolo nelle istituzione. E mentre c’è chi guarda la pagliuzza nell’occhio di Edmondo Cirielli senza accorgersi della trave che ha nel suo, il partito perde di vista i territori e incide poco o nulla in città. Così la vittoria di Fiscina, consigliere comunale a Buccino, sembra uscire dal cilindro. Ma non è un gioco di prestigio perché questa vittoria nasce anche e soprattutto dal lavoro di Romano Lello Ciccone uno che alle scorse Regionali è stato il più votato a Salerno (1752) doppiando addirittura il secondo candidato della lista di Forza Italia, Gigi Casciello. E per un partito che vanta due senatori della Repubblica (Enzo Fasano e Franco Cardiello), un ex minsitro (Mara Carfagna) e un consigliere regionale (Monica Paolino) oltre a tre consiglieri comunali (Peppe Zitarosa, Roberto Celano e Ciro Russomando), prendere un solo consigliere provinciale sembra davvero uno schiaffo.

Ciccone è giusta l’analisi?

Sicuramente è stata costruita una lista che non rappresenta tutti i territori. Sette candidati a zero voti è certamente un problema grave.

La vittoria di Fiscina da dove nasce?

Il nostro è stato un lavoro sui territori. Un lavoro che dura da tempo e che ci ha consentito di costruire una rete di rapporti di stima e fiducia. Un lavoro che ha premiato. Così, con queste elezioni provinciali, abbiamo dimostrato che mantenere questi rapporti è fondamentale e non solo sul piano dei consensi.

Che significa?

Che la gente vuole avere delle risposte e le cerca nella politica. E la politica non si può fare seduti dietro le scrivanie. Si deve fare tra la gente e amando il territorio. Guardi, Fiscina è uno che ama Buccino. Organizza manifestazioni e lo fa con grande dedizione. È uomo della gente così come lo sono io.

Qual è stato l’errore della dirigenza di Forza Italia?

Non riuscire a cogliere quello che poi queste elezioni provinciali hanno insegnato. E la cosa peggiore, in una elezione come questa dove il popolo non è chiamato a votare, e che sono stati gli amministratori locali a bocciare le scelte del partito. Quegli stessi amministratori che si sentono sempre più spesso abbandonati il giorno dopo il voto.

Tutti bocciati allora?

Guardi io lo dico senza polemiche. È un dato di fatto. Ma se addirittura il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli perde voti della sua maggioranza a favore di Fiscina significa che non si vogliono cogliere le esigenze della gente.

Un partito dunque da ricostruire?

Quello di ora è certamente un modello sbagliato. Non è più possibile fare politica stando seduti dietro le scrivanie. Bisogna costruire una organizzazione diversa con programmi diversi capaci di guardare ai tanti territori della nostra provincia, di essere presenti in quei territori con più incisività, di coglierne le istanze, le disomogeneità. Insomma stare tra la gente non usarla soltanto alla vigilia delle campagne elettorali.

Lei crede che qualcosa cambierà?

Me lo auguro per il bene di Forza Italia. I segnali ci sono tutti basta saperli coglierli e costruire una organizzazione diversa.

Se così non dovesse essere, le Politiche sono dietro l’angolo... Lei cosa farà?

Io voglio fare politica continuando a stare al fianco della gente come ho sempre fatto.

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