“Ciao Mayoyò”: l’ultimo saluto a Davide

Nella Basilica di Sant’Alfonso a Pagani i funerali del ventitreenne trovato cadavere sulla scogliera a Salerno

PAGANI. Un lungo applauso ha salutato l’uscita dalla chiesa del feretro di Davide Zarra, per gli amici “Mayoyò”, il ventitreenne paganese morto lunedì sera a Salerno. Centinaia di persone si sono riunite ai familiari del giovane, i cui funerali si sono svolti ieri pomeriggio alle 16,30 nella Basilica di Sant’Alfonso. Una chiesa stracolma e tanta gente in piazza ad aspettare la fine della celebrazione per accompagnare l’ultimo viaggio di un ragazzo che tutti conoscevano. Tantissimi infatti i giovani, amici e conoscenti, che hanno voluto porgere un saluto alla salma di Zarra, la cui scomparsa ha sconvolto la città, costretta ad assistere ad una vicenda angosciante.

Lunedì mattina il giovane era andato al mare a Salerno, da dove non ha fatto più ritorno. Da allora ne erano state perse le tracce e la preoccupazione dei parenti era cresciuta a tal punto da denunciare la scomparsa agli uffici di polizia. Per due giorni i disperati appelli dei familiari erano in circolo sui social network. Sul web la foto del giovane era ovunque, accompagnata dall’appello della madre: «Chiedo la collaborazione di tutti gli amici di mio figlio Davide per aiutarci a trovarlo, manca da casa da tre giorni e non riusciamo a metterci in contatto».

La notizia aveva subito allertato conoscenti ed amici, tutti intenti a diffondere il messaggio della scomparsa per far crescere le speranze di un ritrovamento. Ma Zarra era già morto, deceduto proprio nella serata di lunedì, dopo che alcuni agenti della Polizia locale salernitana lo avevano trovato agonizzante sulla scogliera del molo Masuccio. Inizialmente era stato scambiato per uno straniero di cui non si riusciva a definire l’identità, fin quando giovedì pomeriggio le ormai diffuse notizie e foto venivano comparate al cadavere senza lasciare più dubbi: il corpo era di Zarra. Dopo i dovuti accertamenti la salma veniva trasportata a Pagani, dove venerdì pomeriggio è stata allestita la camera ardente nella cappelletta adiacente alla Basilica. Ieri ai funerali tanta commozione e rabbia.

“Il tuo ricordo non morirà mai. Ciao Mayoyò”" recitava un grosso striscione affisso all’ingresso della piazza. In chiesa una sua foto era posta sulla bara bianca. La stessa foto è rimasta tra le braccia dei genitori e del fratello per tutto il corteo funebre, mentre sulla bara sono state adagiate alcune sciarpe della Paganese. Ai suoi amici invece è stato affidato il ricordo sul web. Su facebook da due giorni ormai si palesa tutta l'incredulità per il tragico avvenimento che ha colpito il ventitreenne, ricordato da più parti per la grande passione per la musica e i festival dance, house e tecno: i “festini” erano al centro della vita del suo ristretto gruppo di amici. Gli stessi ragazzi hanno voluto portare a spalla il feretro dell’amico fino al cimitero cittadino, a pochi metri dalla casa in cui abitava. Un corteo che ha attraversato i luoghi della sua infanzia, commozione in particolare quando è passato nei pressi dello stadio. Era lì che Zarra si fermava a giocare a calcio da bambino.

Federico Esposito

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