Chiesto il rinvio a giudizio per i primi coinvolti, a settembre l’udienza preliminare

L’indagine sui furbetti del cartellino partì nel 2014 in seguito ad una denuncia alla Procura sugli straordinari al “Ruggi”. Il 23 settembre del 2015, al termine dell’indagine della Guardia di...

L’indagine sui furbetti del cartellino partì nel 2014 in seguito ad una denuncia alla Procura sugli straordinari al “Ruggi”. Il 23 settembre del 2015, al termine dell’indagine della Guardia di finanza, furono emesse nei confronti dei lavoratori del “Ruggi” dieci ordinanze di misura cautelare personale di tipo interdittivo. Le condotte illecite furono accertate tramite l’installazione di telecamere da parte delle Fiamme gialle, che consentirono il monitoraggio di due orologi marcatempo per la rilevazione delle presenze giornaliere, collocati all’interno dell’ospedale. Poi fecero seguito i pedinamenti. Il 13 gennaio 2016 sette sui dieci lavoratori interdetti dalla Procura, furono licenziati dall’Azienda ospedaliera . A febbraio scorso fu chiusa la prima tranche delle indagini sui “furbetti del cartellino”. Furono notificati quattordici avvisi da parte dei finanzieri del comando provinciale di Salerno, su delega della Procura. Ed è di pochi giorni fa la notizia che il sostituto procuratore Francesco Rotondo ha formulato nei loro confronti la richiesta di rinvio a giudizio. A rischiare il processo, con accuse che vanno dalla truffa ai danni dello Stato alla violazione della legge Brunetta sul pubblico impiego, sono Carmine De Chiaro di Mercato San Severino, Santo Pepe di Salerno, Elena D'Ambrosio di Salerno, Marisa Palo di Montecorvivo Pugliano, Vincenzo Califano di Nocera Inferiore, Carmela Di Paolo di Salerno, Ciro Cuciniello di Salerno, Luisa Gargano di Salerno, Enrico Severino di Salerno, Francesco Fasano di Salerno, Antonio Criscuolo di Salerno, Lucia Grillo di Salerno, Raffaele Aulicino di Marsico Nuovo e Giovanni Caputo di Salerno. L’udienza preliminare per decidere sulla richiesta del pubblico ministero si terrà a metà settembre, davanti al gup Piero Indinnimeo. (m.c.)