Chiesa dell’ex Seminario nell’abbandono 

L’abside coperto da graffiti, vetrate distrutte e all’esterno la vegetazione incolta ha avvolto totalmente la facciata

In quella cappella dell’ex seminario regionale hanno pregato centinaia e centinaia di seminaristi che nella secondo metà del Novecento avrebbero poi affollato, da sacerdoti, le diocesi del Mezzogiorno. Da cardinali come Crescenzio Sepe, a numerosi vescovi a tantissimi parroci. Ma oggi quella cappella dell’ex seminario che negli anni Settanta la Chiesa slernitana vendette al Comune di Salerno non restano che mura sbrecciate, un ritrovo per prostitute e drogati. Inutile dirlo, pareti spoglie di quel che era un patrimonio di quadri ed icone presenti nella cappella. Tra le tante scritte con spray che segnano le pareti, un tempo sacre, ne manca una: «Vergogna». Su quello che resta dell’abside campeggia un enorme graffito. Uno stipite è ancora decorato con foglie rampicanti mentre le finestre stile gotico – dove si possono solo immaginare le vetrate variopinte – sono tutte distrutte e all’interno gronda la pioggia. All’esterno, gli alberi e le foglie ormai nascondono completamente la facciata. Il cancello d’ingresso, al quale si arriva dopo aver percorso un viale dove praticamente tutti i lampioni sono stati distrutti, è chiuso e l’accesso è reso particolarmente complicato, sia dal parco che dall’altra parte della strada dopo che, per decenni, la chiesa è stata ricovero di tossici e prostitute. Prima ancora, negli anni ’80 è stata oggetto di saccheggio e di atti vandalici anche da parte degli sfollati del terremoto che nell’ex seminario avevano trovato ricovero. E, un decennio dopo è stata anche teatro di riti satanici e messe nere.
Nel 2009 l’ultimo atto con il crollo di una parte del padiglione del tetto. C’è anche una complicata convivenza con i ragazzi dell’Istituto Focaccia che, proprio a fianco a uno dei lati della chiesa sconsacrata, hanno il loro campo da calcetto, protetto da una rete (che non sembra affatto resistente in caso di crolli). Confinante anche un altro stabile completamente abbandonato e in preda al degrado massimo. A dover decidere quale sorte riservare alla chiesa sconsacrata dell’ex Seminario sarebbe deputato il Comune che è proprietario sia del parco e di tutti i padiglioni che si trovano all’interno. «Qualche tempo fa – ricorda un impiegato comunale dell’ufficio lì vicino – qualcuno immaginò un progetto di restauro, ma poi non fu fatto più nulla. Si disse che pensare di fare dei lavori fosse inutile perché ormai la struttura è cadente e non ne varrebbe la pena. Da quello che si disse, sarebbe costato talmente tanto rimetterla a nuovo che sarebbe stato meno dispendioso buttarla giù». Se debba rimanere lì e rinascere, oppure debba essere abbattuta per far posto a qualcos’altro, sarebbe auspicabile che almeno ci si ponesse il problema dell’esistenza di questa struttura. E non è detto che un soggetto privato non possa avere interesse a realizzare in quello spazio dei progetti di riqualificazione che possano avere uno sbocco anche rispetto al parco. Intanto, il Comune potrebbe provvedere almeno a mettere in sicurezza la struttura almeno per evitare il proliferare di degrado e animali.
Eleonora Tedesco
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