Chiedono denaro in nome di Maria “Sciacalli” in centro 

Scoperta una finta raccolta fondi per riparare la strada killer Si spacciano come alunni della “Marconi” e incassano soldi

Chiedono soldi in nome di Maria Rosaria Santese, ma è una truffa. E i commercianti battipagliesi lanciano l’allarme. Tristi episodi di sciacallaggio si sarebbero verificati ieri mattina in centro, in particolare a via Olevano. Immediatamente alcuni degli esercenti, vittime del raggiro, hanno segnalato quanto accaduto alla cittadinanza. Scene di umanità in frantumi, tanto più scoraggianti nella misura in cui, a rendersene protagonisti, sarebbero ragazzi giovanissimi. Minorenni che avrebbero preso di mira lavanderie, agenzie fotografiche, negozi per animali, mercatini dell’usato e altre attività. E tirando in ballo il Comune di Battipaglia e la scuola "Marconi".
«Siamo ragazzi delle Marconi, facciamo parte di un’associazione e, per conto del Comune, stiamo raccogliendo dei soldi per la manutenzione della strada e per far sì che incidenti non ne accadano più»: queste le parole che uno dei ragazzi avrebbe rivolto ai negozianti. Nelle mani un volantino biancoceleste con quattro foto, alcune di Maria Rosaria e altre di via Cupa Filette, la strada lungo la quale venerdì scorso si è verificato il tragico incidente stradale costato la vita alla figlia ventenne del noto imprenditore Renato Santese.
A raccontarlo è una donna che gestisce un’attività commerciale a via Olevano e che, di fronte a quelle foto strazianti, avrebbe abboccato e lasciato dei soldi ai baby-truffatori: «Era un ragazzino robusto - dice - e aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri e portava uno zaino in spalla». La signora è stata raggirata: «I miei familiari sono morti - aggiunge - e quando ho visto quelle foto mi sono lasciata prendere dalla compassione». Sarebbe accaduto lo stesso anche nei negozi vicini, dinanzi ai quali sarebbe stato notato pure un altro ragazzo intento ad aspettare fuori. Sui social, nel gruppo “Sei di Battipaglia, il vero”, qualcun altro ha confermato d’aver assistito alla scena. E altri commercianti hanno spiegato d’esser stati persuasi a tirar fuori i quattrini. L’iniziativa è stata sconfessata sia dai vertici di Palazzo di Città che dalla dirigente delle “Marconi”. La sindaca Cecilia Francese specifica che «il Comune non è a conoscenza d'alcuna colletta» e esorta la cittadinanza «a segnalare alle forze dell’ordine ulteriori episodi simili». Anche Giacomina Capuano, preside delle “Marconi”, dice che «la scuola non c’entra nulla» e che «chiunque si presenti a titolo delle Marconi non è affatto legittimato».
Uno squallido sciacallaggio al quale, per fortuna, si contrappongono scene di una città che sa cos’è il rispetto e la solidarietà. Alle 19 di ieri, infatti, nella chiesa madre “Santa Maria della Speranza”, in tanti, soprattutto giovani, si sono stretti alla famiglia Santese per la messa dell’ottavo giorno dalla scomparsa di Maria Rosaria. C’erano papà Renato, la mamma Cinzia Manzo e le sorelle Annabella e Alessandra.
Carmine Landi
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