LA DIFESA

Cetara, Squizzato: «Un processo beffa»

Dodici persone a giudizio per il cattivo funzionamento dei depuratori

CETARA. Tra le dodici persone (ex sindaci, vertici della società Ausino e tecnici) che dovranno affrontare a novembre un processo per il cattivo funzionamento dei depuratori che, secondo la Procura, hanno inquinato il mare di Cetara, vi è anche l’ex sindaco di Cetara Secondo Squizzato. Le accuse vanno dal danneggiamento di beni pubblici al deturpamento di bellezze naturali, all’omissione di atti d’ufficio.
Squizzato difende il proprio operato: «Il rinvio a giudizio sulla questione della depurazione è, per quanto mi riguarda, una beffa. Per tutto il mandato mi sono strenuamente impegnato con azioni concrete e atti amministrativi che dimostrano quanto sto affermando. Insieme agli altri sindaci abbiamo avuto incontri in Provincia e Regione su nostra sollecitazione per far realizzare gli interventi necessari. I fondi erano a gestione provinciale e le conseguenti attività non spettavano ai Comuni. Gli atti dicono che il Comune di Cetara aveva fatto tutto ciò che rientrava nelle proprie competenze. Ma ciò non è bastato ad escludere una imputazione per omissione di atti di ufficio. Ancora più abnorme appare il coinvolgimento di sindaco e tecnico comunale se si considera che da circa diciotto anni il soggetto incaricato del ciclo idrico e depuratazione è l’Ausino, che incassa le bollette e per funzione è tenuto alla gestione degli impianti. Con questa società abbiamo collaborato strettamente per favorire la soluzione del problema individuandola nel collettamento dei reflui nell’impianto di Vietri sul Mare poi collegato a Salerno. Su questa strada abbiamo dovuto vincere resistenze di Regione e Provincia. E a tutt’oggi, mentre la situazione di sversamento in condotta sottomarina, che ci ha provocato il rinvio a giudizio, è rimasta la stessa, è andato a gara proprio quel progetto da noi fortemente voluto».
L’ex sindaco ha un rammarico: « Peccato che nonostante tutto non sia riuscito, in fase preliminare, a spiegare le mie ragioni: ho chiesto al pm di essere ascoltato ma non mi è stato accordato. Infine per quanto riguarda l’omissione contestata di una ordinanza di settembre 2014, non è stato sufficiente evidenziare che ero… assente per ferie. In analoghe condizioni, in precedenza, avevo regolarmente emesso le ordinanze di divieto di balneazione, provvedendo poi a revocarle a verifica dei dati delle successive analisi».

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