Il caso

Cetara, i venti euro del pedofilo 

Per il pm il 37enne infermo di mente pagava i ragazzini e il 57enne li ricattava. Interrogatori venerdì

CETARA. Saranno interrogati venerdì, dal gip Stefano Berni Canani che ha firmato l’ordinanza cautelare, i due uomini di Cetara arrestati lunedì mattina con l’accusa di pedofilia. Ma le loro posizioni si stanno già differenziando, tratteggiando in un caso, quello del 37enne L.B., i contorni di una vicenda che affonda radici nell’infermità mentale e di cui un po’ tutti, nel piccolo centro costiero, conoscevano almeno brandelli di verità. Dall’altro ieri il 37enne è stato condotto nella casa di cura Villa Chiarugi, a Nocera, dichiarato incapace di intendere e volere da una perizia medica disposta nei mesi scorsi dagli inquirenti. Per anni si sarebbe però appostato nella piazza della cittadina guardando i bambini e mimando atti sessuali. Poi – da quanto hanno ricostruito le indagini del sostituito procuratore Elena Cosentino – è andato oltre e ha iniziato a infastidire i ragazzini più grandi invitandoli ad assistere alle sue masturbazioni. In cambio offriva denaro, venti euro a volta, che lasciava cadere sul pavimento perché gli adolescenti se li mettessero in tasca. Pare alcuni di loro lo schernissero, ma poi il gioco ha iniziato a farsi pesante e tutto è arrivato sulle scrivanie della Procura.
Solo in un caso il 37enne avrebbe chiesto a uno dei ragazzini di toccarlo nelle parti intime, mentre in genere si accontentava che lo guardassero. E non è un caso che sebbene si ritiene che gli episodi abbiano riguardato una ventina di ragazzi, soltanto in due hanno confermato le molestie quando sono stati chiamati dai carabinieri. Negli ultimi tempi l’uomo sarebbe però diventato più pressante, raggiungendo i minorenni nei bagni del campetto sportivo per ripetere quel protocollo di molestie.
È nel corso di uno di questi episodi che entra in gioco l’altro arrestato, il 57enne L.A. che è adesso in carcere. L’uomo avrebbe assistito ad alcune scene e avrebbe iniziato a ricattare i ragazzini, minacciando di raccontare tutto se non avessero accettato di sottostare anche ai suoi desideri. Facendo leva sull’imbarazzo delle vittime, sarebbe riuscito nei suoi propositi. Tutto è venuto fuori quando lo zio di un adolescente ha scoperto il nipote nel bagno con il 37enne L.B. e lo ha aggredito; da quel momento, sviluppando le indagini, gli inquirenti sono risaliti anche al ruolo del 57enne L.A., e lunedì sono scattati gli arresti. (c.d.m.)
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