Cesarano, il Riesame si pronuncia sul ricorso 

L’ex vicesindaco accusato di scambio politico-mafioso ha presentato istanza contro la misura cautelare

È prevista in mattinata l’udienza del Tribunale del Riesame per decidere sulla posizione cautelare dell’ex vicesindaco Antonio Cesarano, formalmente accusato di scambio politico-mafioso, finito in carcere venti giorni fa. L’ex politico nocerino ha presentato ricorso tramite il suo legale, Annalisa Califano, dopo aver risposto nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip del Tribunale di Salerno, Berni Canani.
L’ordinanza cautelare era scattata ad inizio anno, nell’ultima fase dell’operazione “Un’altra storia”, nata a dicembre 2016 e proseguita in estate con uno sviluppo relativo alle ultime amministrative comunali chiuse con l’elezione del sindaco Manlio Torquato. Contestualmente gli investigatori avevano effettuato acquisizioni al Comune, concentrandosi su documenti consiliari, interrogazioni e risposte, per raccogliere altri documenti relativi al filone d’inchiesta concentrato sul progetto della casa-accoglienza da realizzare nel quartiere Vescovado. I militari coordinati dalla Procura antimafia avevano perquisito l’abitazione del parroco, don Alfonso Santoriello, già indagato in precedenza per false dichiarazioni al Pm, elemento chiave per il progetto della casa-famiglia da realizzare nell’area della sua ex parrocchia in via Montalbino.
La posizione di Cesarano si era complicata dopo l’interrogatorio reso da Carlo Bianco, l’ex consigliere comunale protagonista dello scambio politico-mafioso contestato, a lui legato da rapporto personale. Dopo l’arresto scattato ad agosto per Bianco, per il boss Antonio Pignataro, ex Nco, e per Ciro Eboli, altro candidato impegnato nel patto al centro dell’indagine, erano arrivati i riscontri decisivi per mutare l’urgenza cautelare a suo carico, disponendo quindi la reclusione in carcere anche per Cesarano.
Alfonso T. Guerritore
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