Centro trasfusionale «Serve personale si rischia di chiudere» 

In organico ci sono solo cinque unità, nel 2012 erano undici Vecchio: occorrono almeno venti infermieri per tutti i reparti

Dodici ore di turno quotidiano, appena cinque persone in organico, rotazione delle ferie: benvenuti nella trincea all’ambulatorio trasfusionale dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata”, dove due medici, due infermieri e un tecnico si adoperano per garantire il servizio ed evitare disagi a una platea vasta di utenti: l’ambulatorio, infatti, in media ogni giorno effettua una decina di prelievi ed ha sette o otto donatori. Non è difficile comprendere che il personale addetto, che ancora nel 2012 era di undici unità, dovrebbe almeno raggiungere quota otto, con un medico, un infermiere e un tecnico in più.
«Il tempo delle chiacchiere politiche è finito - sbotta il segretario della Uil, Vito Sparano - occorre assolutamente inviare a Eboli almeno tre nuove unità operative, visto che parliamo di dipartimento tra la stessa Eboli, Battipaglia e Roccadaspide. Ad esempio, perché le unità che Battipaglia invia al presidio di Polla per lo stesso lavoro non vengono spostate all’ambulatorio trasfusionale ebolitano? Mi sembra una richiesta legittima, anche perché cinque unità non possono lavorare in questo modo, svolgendo anche compiti che non sono di loro competenza. Occorre potenziare un’eccellenza che è inserita nel nuovo piano aziendale, non è più possibile aspettare ancora».
La politica non ignora certamente i problemi del nosocomio, anche se il presidente del Consiglio comunale, Fausto Vecchio, nega la carenza di personale all’ambilatorio trasfusionale e fa una considerazione di ampio respiro chiedendo venti nuovi infermieri per tutti i reparti: «Il centro per la raccolta del sangue di Eboli, operativo dalle otto alle venti, non ha le carenze che vengono descritte e lo conferma anche il direttore sanitario, il dottore Mario Minevini. Il problema è invece di naturale generale e riguarda la mancanza soprattutto di infermieri in tutti i reparti. Il “Maria Santissima Addolorata” necessita di almeno venti infermieri che devono rafforzare tutti i reparti. Questa è la sofferenza che deve essere eliminata per migliorare ancor di più la nostra struttura sanitaria. L’impegno come parte politica c’è ed è concreto, e confidiamo anche nel lavoro del direttore generale Antonio Giordano. Quindi non credo che ci siano rischi per l’ambulatorio trasfusionale o il centro di raccolta sangue, ma l’esigenza è generale, vanno potenziati tutti i reparti ospedalieri con almeno venti unità infermieristiche».
Antonio Elia
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