Centrale, la Bcc al Comune «Vendere il 75 per cento»

La proposta del direttore della banca di Aquara, Marino, all’amministrazione «Lasciare il 25 per cento all’ente e trasformare l’azienda nella Parmalat del Sud»

Mettere in vendita il 75 per cento delle quote della Centrale del Latte mantenendo pubblico il restante 25 per cento della società - salvo diverso avviso della copiosa legislazione in materia - affinchè la nostra Centrale del Latte diventi la Parmalat del sud degli anni a venire. Questa la proposta alternativa alla vendita dello stabilimento salernitano avanzata ieri dal direttore generale della Banca di Credito Cooperativo di Aquara, Antonio Marino. «Del 75 per cento che si mette sul mercato - spiega Marino - occorrerebbe prevedere nel bando che nessun azionista può superare la quota del 5 o al massimo del 10 per cento e gli acquirenti devono essere persone fisiche o giuridiche che abbiano attinenza e esperienza nel settore lattiero caseario, inoltre sarebbe auspicabile che le quote siano preferibilmente assegnate ad imprenditori salernitani». Diversi i punti di forza evidenziati dal direttore della Bcc di Aquara relativamente alla proposta divulgata nella giornata di ieri. Fra questi certamente il fatto che in questo modo la parte pubblica non si spoglierebbe totalmente del bene, ritenuto da Marino: strategico per il territorio provinciale e che una gestione mista avrebbe il vantaggio di avere nella proprietà sia chi è deputato a tutelare la collettività ed il localismo sia chi vorrebbe privilegiare il business. Marino fa anche notare quanto possa diventare pericoloso affidare l’azienda ad una cordata, e per questo fa riferimento a un limite nell’acquisizione delle quote. L’obiettivo è «creare una maggiore democrazia economica con più voci, più interessi e più competenze in campo» senza trascurare il fatto che avere nella proprietà almeno quindici imprenditori possibilmente salernitani significherebbe continuare ad avere nell’azienda solo latte prodotto nel salernitano con una forte ricaduta economica. Il direttore della Bcc non risparmia neanche una stoccata alla politica sottolineando che «avere nella proprietà una moltitudine di portatori di interessi del settore lattiero-caseario porterebbe nel governo della società delle persone esperte del settore e non più dei politici con tutti i rischi connessi». Nell’immaginario di Marino c’è una azienda tutta nuova e profondamente rivisitata nella governance: «Avremmo così una Centrale interessata da nuovi investimenti includendo anche un’indole più privatistica e competitiva sul mercato».

Carmen Incisivo

©RIPRODUZIONE RISERVATA