Centrale, i dipendenti proclamano lo sciopero

I 52 lavoratori hanno deciso di incrociare le braccia martedì e mercoledì prossimi Chiesto un incontro al prefetto con la presenza dell’amministrazione comunale

Dopo qualche settimana di silenzio, i sindacati sono tornati in prima linea nella battaglia contro la vendita della Centrale del Latte.

Con un colpo di acceleratore hanno proclamato lo sciopero dei dipendenti. Si è deciso di incrociare le braccia i prossimi 18 e 19 febbraio e in questa seconda giornata verrà anche organizzato un presidio a partire dalle 10 a Piazza Amendola con lo scopo di riuscire ad ottenere un incontro con il prefetto e la presenza dell’Amministrazione comunale. In quell’occasione sindacati e maestranze chiederanno ai rappresentanti del Comune di rivedere la decisione di dismettere l’azienda.

«Siamo sempre stati contrari alla vendita - ha spiegato la segretaria generale della Flai-Cgil Giovanna Basile - e abbiamo deciso che adesso è giunto il momento di farci sentire. I tre maggiori acquirenti si sono ritirati e si avvicina la fatidica data del 24 febbraio quando verranno presentate le offerte. A questo punto la nostra preoccupazione, circa il futuro della Centrale e dei suoi lavoratori, è ancora maggiore». Secondo la Basile «i cittadini devono essere sensibilizzati su questo problema». E questo indipendentemente da se ci sarà o meno un coinvolgimento delle sigle sindacali nella fase di esame delle proposte dei due candidati rimasti. «Speriamo in una risposta da chi di dovere nei prossimi giorni», conclude la Basile.

Nel volantino in cui i sindacati annunciano la due giorni di protesta si lancia anche un appello a tutta la cittadinanza «a sostenere la difesa del ruolo pubblico per la gestione della Centrale del Latte, per la difesa della produzione e dell’occupazione, il sostegno alla zootecnia locale e una politica di prezzi di consumo a tutto vantaggio delle fasce più deboli. Difendere la Centrale significa mantenere un presidio di legalità e trasparenza nell’attività industriale del nostro territorio». La speranza dei lavoratori è che il Comune decida di utilizzare quella piccola clausola inserita nel bando di gara che prevede che in qualunque momento la proprietà può interrompere il processo di vendita. Le probabilità che questo possa avvenire aumentano di giorno in giorno.

Infatti non bisogna dimenticare che c’è anche un ricorso dinanzi al Tar fatto proprio da quarantuno dei cinquantadue dipendenti in cui si chiede l’annullamento della delibera consiliare con cui si è dato il via alla dismissione della municipalizzata. Proprio l’altro giorno i legali Oreste Agosto e Licia Claps hanno depositato i motivi aggiunti a tale richiesta tra cui anche il mancato inserimento del Pua che da solo vale poco meno di tre milioni di euro.

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