Centinaia di giovani e scooter in corteo per l’addio a Enzo

Folla e lacrime per il 20enne ucciso dal mix di alcol e droga Il parroco di Mariconda: «Oggi soffre tutta la comunità»

La bara l’hanno portata gli amici a spalla. Una sorta di “processione” per le vie di Mariconda, dopo il corteo sugli scooter dall’ospedale di San Leonardo, affinché proprio tutti potessero tributare l’ultimo saluto a Vincenzo Bevilacqua, il 19enne deceduto per via di un micidiale mix di alcool, farmaci e cannabinoidi. Gli applausi hanno accolto l’ingresso del feretro nella chiesa della Madonna del Rosario di Pompei. Una sorta di standing ovation come probabilmente sarebbe piaciuta allo stesso Enzo, come lo chiamavano gli amici, artista in erba che tra i suoi sogni aveva quello di “sfondare” come cantante neomelodico. Da poche settimane era diventato papà, e quella bimba che tanto amava era in chiesa ieri per il rito funebre, assieme a tutti i parenti, gli amici e i conoscenti che come un fiume in piena, hanno partecipato alle esequie. Un mare di folla, tantissima gente commossa e sgomenta per la perdita dell’amico, del conoscente, del ragazzo che tutta Mariconda conosceva e al quale voleva bene. Vincenzo, che ora abitava in località Monticelli a Fuorni, aveva un nome d’arte, “Enzo Salerno”, e il 15 settembre si sarebbe dovuto esibire nella piazza del cosiddetto “casermone”, il grande edificio di case popolari realizzato una quindicina di anni fa a Sant’Eustachio.

Ad officiare la messa funebre è stato il parroco emerito di Mariconda, don Giovanni: «Quando muore un giovane – ha detto – il dolore non è solo della famiglia ma di un’intera comunità». Una realtà che il quartiere, purtroppo, «ha vissuto spesso» ha ricordato il sacerdote. «E ogni volta – ha aggiunto – è stato compatto dinanzi alla tragedia». Nessun accenno, nell’omelia, alle cause che hanno provocato questa morte, una tragedia che ha coinvolto un giovane poco più che maggiorenne. Nessun riferimento a quella piaga che è l’assunzione di sostanze stupefacenti né all’abuso di alcol, sempre più diffuso anche tra gli adolescenti.

Il dolore è stato l’assoluto protagonista della cerimonia: la tristezza composta e dignitosa della compagna Annetta e dei genitori Lucia e Alfonso, lacerati dalla sofferenza, che hanno seguito il rito confortati dall’affetto mostrato da tante persone nei riguardi del loro congiunto, volato via troppo presto. Sulla bara qualcuno, accanto ai fiori, ha adagiato anche una sciarpa della Salernitana, la squadra del cuore del 19enne, e uno striscione “Enzo vive” che era stato apposto all’ingresso della chiesa. All’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona Enzo era giunto mercoledì scorso, 14 agosto, a bordo di un’ambulanza del 118. La richiesta di soccorso era giunta pochi minuti prima ma le condizioni del ragazzo, vent’anni il prossimo 27 agosto erano apparse subito molto gravi, tant’è che era stato immediatamente ricoverato in Rianimazione. Purtroppo non si è più risvegliato dal coma, in cui era piombato per via dei gravi danni riportati dal fegato a causa della ingestione di una miscela di sostanze che per il suo organismo si è rivelata letale.

Gaetano de Stefano

©RIPRODUZIONE RISERVATA