«Cavaliere? Mattarella esaudisca il mio sogno» 

Il giffonese Natalino Basso, 98 anni, fu detenuto per un anno in un lager tedesco «Ho dato tanto alla nostra Italia, nel lager mangiavo foglie per sopravvivere»

GIFFONI VALLE PIANA. «Adesso il mio desiderio sarebbe quello di avere la nomina di cavaliere della Repubblica. Spero che il presidente Sergio Mattarella possa coronare questo mio sogno. Ho dato tanto per l’Italia. «Lancio un appello alle istituzioni e ai parlamentari salernitani ad attivarsi per il raggiungimento di questo ambito riconoscimento». Ad affermarlo con un pizzico di voce spezzata dall’emozione è Natalino Bacco, reduce della seconda guerra mondiale, pluridecorato con tre croci al merito di guerra e una medaglia d’oro al valore.
Bacco il prossimo 8 dicembre compirà 98 anni e dopo aver vissuto la sua infanzia aiutando i genitori agricoltori, all’età di 19 anni venne chiamato alle armi come soldato di leva nel distretto di Salerno e fu assegnato al contingente dell’aeronautica. messo a disposizione dell’esercito, nel 1941 parte per gli stati balcanici dichiarati in stato di guerra e vi resta fino a giugno 1942, combattendo in prima linea. Successivamente viene trasferito in Francia con il 207esimo reggimento militare ed è catturato dai tedeschi il 9 settembre 1943. Caricato su un treno, viene trasferito in Germania, dove è obbligato ai lavori forzati. Il 30 novembre 1944, riesce a liberarsi e solo nel maggio del 1945 raggiunge il suo paese natale, Giffoni Valle Piana, dopo un lungo peregrinare.
«Oggi abbiamo una mucca che tiene tanto latte da mungere che non si riesce a consumare - racconta Bacco - all’epoca mia la mucca latte non ne aveva. Ora siamo in un’epoca buona. Avevo 13 anni e pascolavo i buoi nei campi. Chiamato alle armi sono stato anche prigioniero, ero malato e avevo l’infezione alla pelle. Ero poco lontano dal forno crematorio. La mia vita è stata davvero un martirio. Non ho vergogna a dirlo, ho mangiato foglie di querce per sopravvivere».
Emozionato e con gli occhi pieni di lacrime, Natalino quasi come una confessione rivela: «Avevo una pistola a tamburo regolarmente dichiarata con il porto d’armi. Volevo disfarmene e la sotterrai in un fosso profondo due metri. Quell’arma mi dava la forza, ma io dopo tante brutture volevo la serenità d’animo. Ringrazio il Signore che a questa età mi tiene ancora qui su questa divina terra».
Recentemente i ragazzi del Forum di Giffoni sulla storia di Natalino Bacco hanno anche realizzato un cortometraggio per fare conoscere a tutti le sue peripezie di vita.
Piero Vistocco
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