Cavaiola inquinato Esposto dell’Anpana sulle aziende killer

Presentato alla Procura un dossier delle guardie ambientali “Le imprese locali continuano a sversare nel torrente”

Livelli di inquinamento sempre più preoccupanti nelle acque del Cavaiola, a denunciare la situazione – a margine di un problema che riguarda tutto il bacino del Sarno – sono anche le guardie ambientali dell’associazione Anpana e i membri di Legambiente. Sono infatti dati allarmanti quelli che riguardano le condizioni, note ormai da anni, di elevato inquinamento in cui versa il torrente, e in particolare il tratto che rientra nel territorio metelliano. La situazione è sotto gli occhi di tutti eppure ancora poco – o nulla – è stato fatto per individuare i responsabili degli sversamenti illeciti e degli scarichi abusivi che interessano il tratto di Cava de’ Tirreni e che nel corso del tempo hanno determinato un incremento preoccupante degli agenti inquinanti presenti nelle acque. «Il Cavaiola è tra i corpi idrici più inquinati del Bacino del Sarno e con lo stato ecologico (misurato secondo gli standard normativi dell’indice LIM-eco) peggiore». È quanto emerge dall’indagine sullo stato di salute dei fiumi del territorio, condotta dai circoli di Legambiente Campania in collaborazione con le guardie ecozoofile dell’associazione Anpana.

I dati raccolti nel corso di una serie di sopralluoghi effettuati nei giorni scorsi – soprattutto in località San Martino, lungo via Gaudio Maiori e via Pasquale Santoriello a Santa Lucia, dove confluiscono gli scarichi della zona industriale – sono oggetto di un dettagliato esposto già consegnato presso gli uffici della Procura della Repubblica, affinché vengano avviate indagini preliminari per accertare eventuali responsabilità da parte di singoli cittadini e di opifici industriali operanti nei pressi del Cavaiola – circa 30 – già individuati dalle guardie ambientali Anpana coordinate dal maresciallo Vincenzo Senatore. «Quello che abbiamo individuato – spiega Senatore – è il notevole apporto di sostanze organiche per quanto riguarda le acque reflue domestiche, ma più preoccupante e grave è invece la responsabilità delle aziende locali che sversano liquami di natura oleosa». Intanto a partire dal prossimo gennaio la collaborazione tra le guardie dell’Anpana e il circolo cittadino di Legambiente si farà più stretta e fattiva. Ieri mattina infatti il presidente di Legambiente Cava, Attilio Palumbo, ha annunciato un protocollo d’intesa con l’associazione ecozoofila al fine di scongiurare una volta per tutto il problema inquinamento del torrente con interventi nel settore delle acque e dell’ambiente più in generale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA