LA SENTENZA

Cava de' Tirreni, Zullo condannato: ma non c’è camorra

Pene dai 7 ai 12 anni per le estorsioni e l’usura

CAVA DE' TIRRENI - Usura ed estorsioni sì, ma senza metodo mafioso. È la sintesi della sentenza che ieri pomeriggio ha condannato a 12 anni di carcere Dante Zullo, a 7 anni il figlio Vincenzo e a 7 an i e 3 mesi il complice Vincenzo Porpora. Assolta la sorella Lucia, che rispondeva solo di avere approfittato della fama criminale del padre per farsi assumere in una ditta Giovanni Sorrentino . E assolto anche quest’ultimo (ex genero di Dante Zullo e ora collaboratore di giustizia) che dopo essere stato scagionato dall’accusa di complicità negli affari illeciti era rimasto imputato solo per aver accettato l’intestazione fittizia di alcuni beni. «Il fatto non costituisce reato» hanno stabilito ieri i giudici della seconda sezione penale (presidente Lucia Casale) pronunciando nell’aula bunker di Fuorni una sentenza che da un lato conferma quasi in toto gli episodi di racket e usura ma dall’altro nega alla Procura quell’aggravante camorristica che serviva per portare avanti un altro filone dell’indagine, incentrato sul presunto voto di scambio politico-mafioso.