IL CASO

Cava de' Tirreni, provarono a bruciarle i capelli: a giudizio

A processo le due adolescenti che cosparsero di benzina una 12enne per gelosia. L’audio: «Se ti troviamo ti uccidiamo»

CAVA DE' TIRRENI - Giudizio immediato per le due ragazzine cavesi che, lo scorso dicembre, tentarono d’incendiare i capelli di una 12enne dopo averli cosparsi di benzina. Le due giovani, una di 17 anni e l’altra di 15, dovranno presentarsi presso il Tribunale per i minorenni di Salerno per l’udienza che si terrà il prossimo 8 aprile. Il giudice per le indagini preliminari, Vincenzo Di Florio , ha infatti accolto la richiesta di giudizio immediato presentata dal pubblico ministero per i minorenni nei confronti delle due ragazzine ritenute responsabili, in concorso tra loro, di aver compiuto «atti diretti in modo non equivoco a cagionare alla coetanea lesioni personali dalle quali derivano deformazione e sfregio permanente al viso». Era il 26 dicembre scorso quando, nei pressi della villetta comunale di viale Guglielmo Marconi, le due amiche avevano bloccato la dodicenne all’esito di una lite e, dopo aver cosparso i capelli, il volto e il busto della vittima con circa mezzo litro di benzina, avevano tentato di avvicinarsi a lei impugnando un accendino per darle fuoco.

Un insano gesto che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi ma la tragedia era stata scongiurata dal tempestivo intervento di un passante, attirato dalle urla della ragazzina, e di alcuni amici giunti in soccorso della giovane. Ad aggravare il gesto i futili motivi della lite che, secondo il giudice, sono da ricondurre a «gelosie tra amiche». Sul posto intervennero, in quell’occasione, i carabinieri della locale Tenenza di via Pasquale Atenolfi, agli ordini del tenente Vincenzo Pessolano , che identificarono velocemente le due ragazzine, deferite poi alla Procura presso il Tribunale dei Minori di Salerno per i provvedimenti del caso. Per le due minorenni, che dovranno di rispondere di tentata deformazione permanente dell’aspetto della persona (nella fattispecie al volto), un reato inserito da poco più di anno nel codice penale, è stata disposta a gennaio scorso la misura cautelare personale in comunità e, allontanate dalle rispettive famiglie, sono state condotte e attualmente detenute in due strutture specializzate di Avellino e Caserta. Alle ragazze, inoltre, è contestato il possesso e il trasporto della benzina quale strumento atto ad offendere.

Ma c’è di più. A quanto pare la vicenda sarebbe solo la punta dell’iceberg di una serie di atteggiamenti minacciosi perpetrati in precedenza nei confronti della dodicenne, non solo destinataria di messaggi vocali intimidatori (agli atti un audio in cui le ragazze dichiaravano «se ti troviamo in giro ti uccidiamo»), ma anche costantemente perseguitata tanto da «costringerla addirittura a non uscire di casa e a nascondersi allorquando le incontrava ». Ancora, si legge nel decreto di giudizio immediato, «cagionandole un perdurare e grave stato di ansia e paura, un fondato timore per la propria incolumità tale da alterare le proprie abitudini di vita».

Giuseppe Ferrara